venerdì 12 agosto 2016

David Bowie è davvero per sempre: la mostra "David Bowie is" al MAMbo di Bologna.

Qualche settimana fa, al lavoro, mi avevano comunicato che avrei dovuto assentarmi in un giorno di agosto, deciso dai miei responsabili, per non superare il monte ore mensili. Mi avevano assegnato un mercoledì, il 10.

Mi son detta che il rischio di passarlo a casa, sbragata su una sedia a fare PER ORE il refresh alla homepage di facebook - una roba tristissima ma sfido la maggior parte di voi a dire di non averlo MAI fatto - era altissimo e che dovevo attivarmi per renderlo un giorno un pò speciale. 
10 agosto... san Lorenzo... vado a trovare l'uomo delle stelle!!!
Ed è così che mi son prenotata un viaggio andata e ritorno in giornata per BOLOGNA e me ne sono andata al MAMbo, museo che ospiterà fino al 13 novembre la mostra su DAVID BOWIE proveniente dal Victoria and Albert Museum di Londra.

Si dicono meraviglie di questa mostra, è circolato nelle sale cinematografiche anche un lungometraggio che la illustrava ma che non ho visto. 
Io ne ero molto incuriosita e posso confermare che E' TUTTO VERO: è una mostra STUPENDA, sono 15 euro spesi stra-bene e gli organizzatori hanno fatto un lavoro davvero ottimo.

Per chi avesse intenzione di andarci, parto con una raccomandazione "da mamma" : portatevi un giacchetto, quando entrate, a meno che non siate tipi "muy calienti", perchè all'interno SI GELA (pare sia per garantire una migliore conservazione dei materiali esposti). Io, all'inizio, neanche mi sono accorta che faceva freddo ma, visto che ci son rimasta dentro circa TRE ORE E MEZZO, sul finale accusavo un pò tutta 'sta frescura inaspettata.
A proposito di  questo, il sito con tutte le info sulla mostra stima un tempo minimo di visita di un'ora. Vi avviso che in un'ora non avrete visto assolutamente nulla, perchè, a parte la grandezza della mostra, ci sono sale e teche da cui moooolto difficilmente vi staccherete in maniera rapida. 

All'entrata, ti danno un'audioguida che si attiva da sé attraverso dei sensori in base alle sale che visiti e a ciò che stai guardando. Perplessità iniziale perchè parte un audio di parlato in inglese e ti dici: "Oh cacchio, ma sarà tutta così? Vedi che ho sbagliato a impigrirmi e non frequentare quel corso d'inglese che avevo trovato l'anno scorso?!") ma poi capisci... Ci sono teche ENORMI dedicate a pezzi di storia della musica e del costume bowiano e, vi giuro, l'emozione che puoi provare mentre ti parte l'audio di STARMAN di fronte alla tuta con cui Bowie si presentò nel mitico Top of the Pops dell'aprile '72 e al video GIGANTE di quell'esibizione è qualcosa che difficilmente un appassionato di musica dimenticherà.


Ho guardato tanti di quei filmati durante quelle ore, letto tante di quelle informazioni, che mi girava la testa ma ero così felice... mi guardavo intorno e vedevo persone sorridere, muovere la testa e i piedi a tempo con la musica ed era bellissimo. Una scena fantastica è stata quella di un bambino (sono sempre loro i più sorprendenti) sui 6 anni che, di fronte alla teca col costume da Pierrot di ASHES TO ASHES, davanti al video si premeva le cuffie sulle orecchie, modello telequiz, e CANTAVA A SQUARCIAGOLA (tanto che son dovuti venire i genitori a fargli "shhh") con un trasporto che il 99% dei suoi coetanei dedica giusto alle canzoni di Peppa Pig.


La mostra è un crescendo, parte che ti dici "Mmmh interessante" ma arrivi all'ultima sala che non te ne vuoi più andare!!!

Non vi svelo altro ma vi dico che c'è un video - che non avevo mai visto  - di un Bowie giovanissimo che, esclusivamente attraverso l'uso del mimo, racconta la storia di un uomo che, per farsi amare e applaudire, mette una maschera che, ad un certo punto, non riuscirà più a levare. E' intensissimo ed emozionante, parla della dualità tra uomo e artista ma anche tra pubblico e privato, tra aspettative altrui e desideri propri, tra come ci si sente e come gli altri si aspettano che ci sentiamo. Mi ha commosso, chevvelodicoaffà. Se andate alla mostra e lo ritrovate, pensatemi.

E' stata un'esperienza fantastica: era la prima volta che partecipavo DA SOLA ad un evento fuori Roma e a chi pensa che sia triste ("La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la mia solitudine, che è la mia debolezza", diceva quel genio di Pasolini), dico che lo rifarei MILLE VOLTE... è bello che un desiderio sia più forte degli ostacoli (che spesso vivono solo nella testa) che portano a realizzarlo.

In questo - e in molto altro - David Bowie è stato un eccellente maestro.



"Rebel rebel, how could they know?"






sabato 23 luglio 2016

Un frullato di emozioni (non tutte facili da gestire): Niccolò Fabi @Villa Ada, 22/07/2016

Ho scritto per mezz'ora, su questo concerto, e poi ho cancellato tutto. Troppe emozioni, alcune troppo forti, troppo difficili da gestire. Per un concerto? Sì, per un concerto. Perché dentro c'era molto di più che una manciata di canzoni.

C'era la storia di Lorenzo Amurri, che ha lasciato la sua vita terrena pochi giorni fa, poco più grande di me di età, e della cui vicenda ASSURDA mi ero incuriosita proprio perché lo avevo visto anni fa sul palco con Fabi, tra l'altro in un festival organizzato da Manuel Agnelli, perché niente e a caso e tutto torna, anche quando non capiamo come, quando e perché.



A lui, ieri, a "Lollo", in un sussurro, Niccolò Fabi ha dedicato "Facciamo finta".

C'era la colonia della Casa di Pulcinella Claudio De Santis, oggi in partenza; c'era Luca che mi portava a Villa Ada a vedere gli scoiattoli e a fare pace quando litigavamo.
Da quasi tre anni di tempo terrestre, Luca chissà dov'è... adesso si starà facendo due risate con Lorenzo Amurri, da qualche parte dove io non lo posso vedere, ma quando sono a Villa Ada lo sento sempre, fortissimo, ed ho paura di quanto è forte quella sensazione, specialmente se ascolto una canzone come "Una mano sugli occhi" e arriva quel pezzo che fa "e ancora adesso stringiamo i pugni e non ce ne andiamo da qui" quando invece io so che le persone se ne vanno, eccome.

C'era Fabi che chiama sul palco Roberto Angelini per suonare "Attesa e inaspettata", perché quando devi attaccare quella che definisci "la più importante canzone della mia vita", che a posteriori chissà quante volte hai considerato una profezia, hai bisogno di un amico che ti stia accanto.

foto dell'amica Silbiasan @Instagram

"Lasciarsi un giorno a Roma", "Costruire", "Il negozio di antiquariato", "Ecco", "Solo un uomo", "Offeso"... in ordine sparso, le perle del repertorio "fabiano" c'erano tutte, per due ore di concerto ad alta intensità emotiva, in una cornice che più bella non poteva essere.

foto-capolavoro del sempre inarrivabile Simone Cecchetti.

Stasera, altro giro altra corsa e, per celebrare la fine di queste mie ferie in città piene zeppe di musica, vado alla Casa del Jazz, altro posto meraviglioso, a sentire un'altra artista che, a livello di bellezza, regala sempre tantissimo, Cristina Donà, che, nello spettacolo "Amore che vieni, amore che vai", dà voce e vita alle figure femminili presenti nelle canzoni di De Andrè.

Dopo questa, però, promettetemi che, per riequilibrare, mi porterete ad una serata di cover di Raffaella Carrà.






mercoledì 20 luglio 2016

"La poesia è di chi gli serve": Afterhours @Rock in Roma, 19 luglio 2016

Nell'accingermi a scrivere il milionesimo report del mio milionesimo concerto degli Afterhours, mi sono chiesta: "A CHI GIOVA? A chi giova sentir parlare dalla stessa persona ancora dello stesso gruppo, delle stesse canzoni, con gli stessi toni più o meno enfatici?"

Io penso che possa servire a un po' di gente.

A chi si chiede se questo gruppo ha ancora qualcosa da dire dal vivo, dopo trent'anni e i mille cambi di formazione che hanno visto SOLO Manuel Agnelli rimanere al suo posto (del resto, non poteva mandarsi via da solo :), e la risposta è SI', hanno ancora MOLTO DA DIRE, energia da regalare, vibrazioni positive anche se l'ultimo disco è nato principalmente da un evento nefasto come la morte per malattia dell'Agnelli senior, papà di Manuel.



Come dicevo ad un amico, vederli tutti e sei così uniti e carichi sul palco, specie dopo che, nell'ultimo tour con la vecchia formazione - quello celebrativo di "Hai paura del buio?" - avevo intuito che ci fosse qualcosa che non andava, è bellissimo e regala l'effetto "lascio la mia vecchia fiamma storica e con la nuova mi diverto e scopo come un riccio" (fantastico se sei la nuova, un po' meno se ti tocca il ruolo di vecchia fiamma storica -_-)

Serve a chi, come me, pensava che canzoni come "Il mio popolo si fa" facessero schifo e invece dal vivo va alla grande, insieme a un'altra traccia stramba del nuovo disco, "Tra i non viventi vivremo noi", dove l'Agnellone si vede proprio che si diverte a indicare col dito il pubblico mentre canta col sorriso beffardo che ben conosciamo: "E' una madre piena di attenzioni il pubblico che abbiamo noi ma alla mamma non disobbedire o SARANNO GUAI".

Agnelli in versione "Cristo di Rio" nella foto di Pasquale Modica sulla pagina fb degli After


Parlare ancora degli Afterhours serve a chi pensa che fanno solo canzoni depresse, perché A) non è vero e nella scaletta di questo tour trovano posto due concentrati di positività come "Non è per sempre" e "Riprendere Berlino", B) non è da tutti riuscire a trasmettere ENERGIA con testi anche pesanti come "qui nell'aria puoi sentire quando è tardi per cambiare idea/troppo tardi per sentirmi nuovo/tardi per sperare/troppo tardi per cambiare ancora" ("Bungee Jumping"), "la testa è così piena che non pensi più/ti si aprono le gambe oppure le hai aperte tu" ("Ballata per la mia piccola iena") oppure IL CAPOLAVORO, l'apoteosi del pensiero afteriano e, forse, la loro più bella canzone di sempre, "Quello che non c'è" ("perciò io maledico il modo in cui sono fatto/il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco"), tutti pezzi RIGOROSAMENTE nella scaletta di questo tour.

Un ragazzo che conosco (ciao Michè), che ha partecipato ai bootcamp di X-Factor a Milano, mi ha raccontato che gli autori avevano chiesto al pubblico di intonare, per ognuno dei "giudici" del programma, un brano di successo. Tutti che cantavano il pezzo di Arisa, di Fedez o di Soler e pochissime voci imbarazzate quando è stato chiesto di cantare il ritornello di "Non è per sempre" perchè praticamente non la conosceva NESSUNO. Pazzesco.

Ecco, io credo che, se la partecipazione dell'Agnellone a X-Factor potrà servire a far capire che C'E' VITA musicale oltre alle cagat cose ignobili che spesso passano le cosiddette "radio commerciali", il mondo non potrà che arricchirsi di un po' di bellezza in più. Ognuno poi, della bellezza, ne fa quello che vuole, perchè come diceva Troisi nel capolavoro "Il Postino", "La poesia non è di chi la scrive: è di chi gli serve".

Note di colore:

  • Agnelli sbrocca sempre, con la consueta alterigia per la quale lo amiamo e lo detestiamo allo stesso tempo ma, al momento, lo sbrocco è di ispirazione salutista, visto che, alla quarta o quinta canzone, al microfono fa: "Ora però basta fumo, il fumo ha rotto il cazzo" :)))
  • Ditemi CHI E' il parrucchiere di Sky perchè l'Agnello ha perso completamente l'effetto infeltrito sulla lunga chioma, che ora splende morbida e con riflessi stupendi!!!


  • Niente nudità agnelliane, niente addominali DA PAURA al vento, anche se c'erano mille gradi e il concerto dura DAVVERO due ore abbondanti.


  • Per chi si sta chiedendo se sono andata all'after-show all'Angelo Mai: sì, ci sono andata, non è allegramente successo un cazzo, almeno fino alle tre e mezzo quando sono andata via, come già mi avevano preannunciato i gentilissimi organizzatori che avevo contattato per sapere se gli After avrebbero suonato qualche pezzo o meno. Eravamo un centinaio di persone e stavamo seduti tranquill a berci una birra nel giardino dell'Angelo, sotto la luna a cui mancava solo uno spicchio per essere piena.
  • Dellera ha giocato al dj, l'Agnellone si è avvicinato al nostro tavolo perchè c'era un tizio che abbiamo conosciuto lì che, per rimorchiarsi (invano) la mia amica più carina, gli ha chiesto se poteva domandarle LUI che lavoro facesse. Alla risposta della mia amica ("Lavoro in un centro anti-violenza"), lui fa: "Ecco, allora magari fatevi spiegare qualcosa da lei". 
Per essere uno che, quasi vent'anni fa, ha scritto una canzone che diceva: "Forse non è proprio legale sai ma sei bella vestita di lividi", TANTA TANTA STIMA.