venerdì 12 novembre 2021

"Va tutto bene" finché hai fiato e gambe: il mio giovedì sera a Palazzo Brancaccio con Militant A degli Assalti Frontali.

 Ai tempi del lockdown mi ero fatta una promessa: "Tutte le volte che potrai, non fare vincere la stanchezza".

Ieri ho mantenuto l'impegno, Giove Pluvio era stanco pure lui quindi pioveva appena appena e me ne sono andata, dopo il lavoro e una cena a casa super veloce, a Palazzo Brancaccio, per una di quelle occasioni che a me piacciono tantissimo, il primo di quattro incontri con artisti che si raccontano tramite la loro storia e la loro musica. 

Il protagonista di ieri era Luca Mascini, Militant A degli Assalti Frontali.

Tralasciando il fatto che doveva iniziare alle 21 ed è iniziato alle 22 (ma la gente, in settimana, non lavora?), il posto era assolutamente spettacolare, un palazzo nobiliare veramente bellissimo. Il problema era la gente che c'era, che, così a naso, pareva non c'entrare nulla con lui (il fatto che il posto, sulla sua pagina ufficiale, sia indicato come "luxury location" forse qualche indizio me lo doveva dare).

Sembrava di stare in un frame de "La grande bellezza" di Sorrentino ma in salsa indie, con quelli coi cappelli e le scarpe strane in mezzo ai camerieri con le livree bianche (non scherzo... camerieri e Assalti Frontali, boh?): tutti sembravano conoscersi, sorrisoni e grandi pacche sulle spalle, mentre io e quattro-cinque altri spaesati ci chiedevamo quando sarebbe cominciato.

Per fortuna è cominciato veramente, per un'ora e mezza piacevolissima di musica e racconti, anche se la sensazione di essere in un posto che non mi apparteneva per niente, in mezzo a gente che non c'entrava nulla con me, non mi ha abbandonato per tutta la durata dell'incontro (il mio pensiero era: "Fortuna che mi son stirata i capelli, sembro più vecchia ma almeno sembro meno 'na scappata de casa").

Luca Mascini è bravissimo a raccontare: dopo lo spettacolo che aveva fatto per "Attraversamenti multipli", in strada al Quadraro con Alessandro Pieravanti de Il Muro del Canto, avevo comprato un suo libro, "Soli contro tutti", per regalarlo. Siccome non mi ero fatta fare il pacchetto e l'incontro con la persona a cui dovevo darlo tardava ad arrivare, mi sono messa a leggerlo io e, sorpresa, me lo sono tenuto, era bellissimo!!! La passione con cui parla della scuola, dei bambini, specie quelli delle fasce più deboli della popolazione, la gioia del suo incontro con Simonetta Salacone, una dirigente illuminata che DAVVERO ha provato a cambiare dal di dentro la scuola italiana mi hanno conquistato. E' finita che ne ho comprato un'altra copia, la persona a cui è destinato riceverà il suo libro ma io, nel frattempo, ho conosciuto una storia bellissima che non sapevo, quella della scuola Iqbal Masih di via Ferraironi.

Ieri sera, uno dei pezzi proposti è stato "Va tutto bene", una canzone del 1999, che forse davvero non sentivo da allora. 

Ho ripensato a Luca, il mio ex che amava gli Assalti e che avrei incontrato un anno dopo, e ai versi "conosco l'abbandono, la morte di un amante e ogni volta è una violenza, ogni volta che saprò di te farò i conti anche con la mia esistenza". Non potevo saperlo, allora, ma quelle parole sono state profetiche e quella che avrebbe conosciuto l'abbandono e tutto il resto sarei stata io.

Militant A ha parlato di quando ha scritto questo pezzo, in casa di un'amica all'ottavo piano di un palazzo di Colli Aniene, e di come ancora oggi, a distanza di oltre vent'anni, qualcuno per strada lo riconosca e lo ringrazi per avere scritto questa canzone che riprende un concetto cardine di tanti percorsi: bisogna chiudere per poter riaprire, di nuovo e meglio.

E' stato bello (avoja) e lo rifamo (avoja) però, la prossima volta, per favore, in un posto che sia casa.