venerdì 23 dicembre 2016

"Nonna, m'hanno fatto un buono": suggerimenti di regali e auto-regali per il 2017

"Natale, Capodanno, il tempo dell'Avvento, le dodici notti, sono la strettoia da dove l'anno deve passare e in quel collo sottile di clessidra tutti i fantasmi si danno l'appuntamento: masciare, pumminali, spiriti, malebestie. Questi sono i racconti di quando si allungano le ombre, quando cala l'oscurità dell'inverno, ché d'inverno si è molto più soli che d'estate e a Natale più soli di tutti, e piove cenere e i fantasmi prendono carne e ossa e parlano perché hanno la voce..."

Le parole bellissime che avete letto sopra appartengono a VINICIO CAPOSSELA, che sta conducendo uno splendido esperimento radiofonico per Radio Rai attraverso il progetto OMBRE RADIO, una serie di racconti quotidiani per accompagnare gli ascoltatori nel tempo dell'Avvento. Le puntate vanno in onda tutti i giorni su Radio 3 al mattino alle 9 e alla sera, in replica, alle 23.40 oppure potete sentirle quando volete in streaming.
Con perfetta coerenza rispetto alla poesia di Vinicio, sono dense di parole e per essere gustate meglio, per quel che mi riguarda, van prese un po' alla volta, magari di sera, alla fine della giornata, quando quelle ombre che lui sa raccontare così bene invadono le stanze e le vite.


A me questa trasmissione sta ricordando l'emozione che provavo quando, da bambina, mangiavo con i miei nonni, che pranzavano con in sottofondo non la televisione, che non avevano in cucina, ma la radio, che, forse già da allora, mi ha lasciato una sensazione di intimità e di calore che nessun altro media mi sembra dia.

E' il mio primo Natale senza nessuno dei miei nonni.
Il Natale è la celebrazione di una nascita ed è, quindi, legato all'infanzia: mai come in questo io sento che la mia è lontana nel tempo ma, come scrissi anche l'anno scorso nel post in cui vi facevo gli auguri e tiravo le somme dell'anno appena passato, arriva un momento in cui è necessario guardare in faccia il bambino che siamo stati e chiedergli: "Sei felice?"

E' stato un anno abbastanza faticoso per me. Il 2015 mi aveva lasciato facendomi delle promesse che il 2016 non è stato in grado di mantenere.
Mi è capitato di fidarmi di qualcuno che non meritava nulla, ho seguito l'istinto ed i miei desideri e ho perso ma almeno posso dire che non ho rimpianti, anche se in certi momenti mi è sembrato di vivere in una canzone di Max Pezzali.

Quello che mi ha aiutato sono stati le mie PASSIONI ed i miei AMICI ed è per questo che vi dico, a prescindere dal Natale: fate e fatevi regali che AIUTINO gli uni e gli altri ad emergere e ad avere un posto speciale nella vostra vita, a costruire occasioni e ricordi felici, come insegna il mitico Insideout, uno dei film del 2015 che, se non avete visto, dovete ASSOLUTAMENTE recuperare.

Il famoso "buono", dai tempi di "Bianco, rosso e verdone", è stato spesso associato alla sòla o è stato utilizzato come un sostituto più elegante e meno prosaico della famosa busta coi soldi, regalo di generazioni di zii e nonni ai loro nipoti.

Io dico, però, che c'è buono e buono.

Un buono che aiuti a coltivare i propri interessi, ad aprire la mente, a mollare pc e smartphone per uscire di casa è un'idea utile e bella.

Esistono buoni delle cifre più disparate per viaggiare (Trenitalia, Easy Jet, Ryanair) o buoni di Ticketone per comprare concerti e spettacoli di tutti i tipi (so bene che Ticketone ha molti aspetti scandalosi ma rimane il canale ufficiale UNICO per l'acquisto della maggior parte di questi eventi).

Io, quest'anno, i buoni li ho fatti fondamentalmente a me stessa e, per ora, ho nel cassetto biglietti per concerti da gennaio a luglio 2017, con in programma anche una trasferta MOLTO importante per me (aiutino dalla regia per indovinare di che cosa si tratta: il leader del gruppo in questione ha partecipato come giudice, non senza polemiche, ad un noto talent-show conclusosi da poco).

Ci sono card con ingressi prepagati per il cinema o per il teatro (una per tutti: la Genderless Card, poco pubblicizzata ma che consente con 60 euro di avere accesso a qualsiasi ordine di posto per quattro spettacoli al Teatro Argentina, o da soli, usandola per quattro eventi separati, o in compagnia, utilizzando i quattro ingressi tutti per la stessa serata).
A febbraio va in scena, con una rilettura di "Casa di bambola" di Ibsen, FILIPPO TIMI, uno che sul palco dà veramente TUTTO di sé. Se lo avete già visto in azione, non avete certo bisogno che vi convinca; se non lo avete fatto, sappiate che vi troverete di fronte ad un artista davvero brillante e MOLTO generoso.

Caro Babbo Natale, o Gesù Bambino, io l'ho capito tardi che i regali più belli me li sarei fatti da sola, imparando a chiedere prima di tutto A ME STESSA che cosa volevo.
E' stato faticoso, è stato difficile, ancora lotto per non diventare una vecchia cinica ma sono FIERA degli sforzi che vado compiendo.
E se davvero, come mi hanno rivelato le statistiche di Spotify facendomi spuntare una lacrima, "Non voglio ritrovare il tuo nome" degli Afterhours è la canzone che ho ascoltato di più durante l'anno che ci stiamo lasciando alle spalle, io voglio che nell'anno a venire ci sia spazio per almeno un nome nuovo, fosse anche solo il mio scritto su un citofono diverso.