venerdì 23 dicembre 2016

"Nonna, m'hanno fatto un buono": suggerimenti di regali e auto-regali per il 2017

"Natale, Capodanno, il tempo dell'Avvento, le dodici notti, sono la strettoia da dove l'anno deve passare e in quel collo sottile di clessidra tutti i fantasmi si danno l'appuntamento: masciare, pumminali, spiriti, malebestie. Questi sono i racconti di quando si allungano le ombre, quando cala l'oscurità dell'inverno, ché d'inverno si è molto più soli che d'estate e a Natale più soli di tutti, e piove cenere e i fantasmi prendono carne e ossa e parlano perché hanno la voce..."

Le parole bellissime che avete letto sopra appartengono a VINICIO CAPOSSELA, che sta conducendo uno splendido esperimento radiofonico per Radio Rai attraverso il progetto OMBRE RADIO, una serie di racconti quotidiani per accompagnare gli ascoltatori nel tempo dell'Avvento. Le puntate vanno in onda tutti i giorni su Radio 3 al mattino alle 9 e alla sera, in replica, alle 23.40 oppure potete sentirle quando volete in streaming.
Con perfetta coerenza rispetto alla poesia di Vinicio, sono dense di parole e per essere gustate meglio, per quel che mi riguarda, van prese un po' alla volta, magari di sera, alla fine della giornata, quando quelle ombre che lui sa raccontare così bene invadono le stanze e le vite.


A me questa trasmissione sta ricordando l'emozione che provavo quando, da bambina, mangiavo con i miei nonni, che pranzavano con in sottofondo non la televisione, che non avevano in cucina, ma la radio, che, forse già da allora, mi ha lasciato una sensazione di intimità e di calore che nessun altro media mi sembra dia.

E' il mio primo Natale senza nessuno dei miei nonni.
Il Natale è la celebrazione di una nascita ed è, quindi, legato all'infanzia: mai come in questo io sento che la mia è lontana nel tempo ma, come scrissi anche l'anno scorso nel post in cui vi facevo gli auguri e tiravo le somme dell'anno appena passato, arriva un momento in cui è necessario guardare in faccia il bambino che siamo stati e chiedergli: "Sei felice?"

E' stato un anno abbastanza faticoso per me. Il 2015 mi aveva lasciato facendomi delle promesse che il 2016 non è stato in grado di mantenere.
Mi è capitato di fidarmi di qualcuno che non meritava nulla, ho seguito l'istinto ed i miei desideri e ho perso ma almeno posso dire che non ho rimpianti, anche se in certi momenti mi è sembrato di vivere in una canzone di Max Pezzali.

Quello che mi ha aiutato sono stati le mie PASSIONI ed i miei AMICI ed è per questo che vi dico, a prescindere dal Natale: fate e fatevi regali che AIUTINO gli uni e gli altri ad emergere e ad avere un posto speciale nella vostra vita, a costruire occasioni e ricordi felici, come insegna il mitico Insideout, uno dei film del 2015 che, se non avete visto, dovete ASSOLUTAMENTE recuperare.

Il famoso "buono", dai tempi di "Bianco, rosso e verdone", è stato spesso associato alla sòla o è stato utilizzato come un sostituto più elegante e meno prosaico della famosa busta coi soldi, regalo di generazioni di zii e nonni ai loro nipoti.

Io dico, però, che c'è buono e buono.

Un buono che aiuti a coltivare i propri interessi, ad aprire la mente, a mollare pc e smartphone per uscire di casa è un'idea utile e bella.

Esistono buoni delle cifre più disparate per viaggiare (Trenitalia, Easy Jet, Ryanair) o buoni di Ticketone per comprare concerti e spettacoli di tutti i tipi (so bene che Ticketone ha molti aspetti scandalosi ma rimane il canale ufficiale UNICO per l'acquisto della maggior parte di questi eventi).

Io, quest'anno, i buoni li ho fatti fondamentalmente a me stessa e, per ora, ho nel cassetto biglietti per concerti da gennaio a luglio 2017, con in programma anche una trasferta MOLTO importante per me (aiutino dalla regia per indovinare di che cosa si tratta: il leader del gruppo in questione ha partecipato come giudice, non senza polemiche, ad un noto talent-show conclusosi da poco).

Ci sono card con ingressi prepagati per il cinema o per il teatro (una per tutti: la Genderless Card, poco pubblicizzata ma che consente con 60 euro di avere accesso a qualsiasi ordine di posto per quattro spettacoli al Teatro Argentina, o da soli, usandola per quattro eventi separati, o in compagnia, utilizzando i quattro ingressi tutti per la stessa serata).
A febbraio va in scena, con una rilettura di "Casa di bambola" di Ibsen, FILIPPO TIMI, uno che sul palco dà veramente TUTTO di sé. Se lo avete già visto in azione, non avete certo bisogno che vi convinca; se non lo avete fatto, sappiate che vi troverete di fronte ad un artista davvero brillante e MOLTO generoso.

Caro Babbo Natale, o Gesù Bambino, io l'ho capito tardi che i regali più belli me li sarei fatti da sola, imparando a chiedere prima di tutto A ME STESSA che cosa volevo.
E' stato faticoso, è stato difficile, ancora lotto per non diventare una vecchia cinica ma sono FIERA degli sforzi che vado compiendo.
E se davvero, come mi hanno rivelato le statistiche di Spotify facendomi spuntare una lacrima, "Non voglio ritrovare il tuo nome" degli Afterhours è la canzone che ho ascoltato di più durante l'anno che ci stiamo lasciando alle spalle, io voglio che nell'anno a venire ci sia spazio per almeno un nome nuovo, fosse anche solo il mio scritto su un citofono diverso.





martedì 13 settembre 2016

"Concerto senza impegno"... ed è nata una bellissima serata (Villa Ada, 11 settembre 2016).

Prima che i ricordi si facciano più deboli e confusi, mi fa piacere condividere con chi c'era e con chi no - ma avrebbe voluto - qualche immagine ed impressione sulla serata che, per aiutare un amico comune, rimasto anonimo, a sostenere delle cure sanitarie evidentemente onerose, è stata messa su da un bel gruppo di artisti domenica scorsa, 11 settembre 2016, a Villa Ada.
Quattro ore di musica di qualità, con una conduzione ECCELLENTE da parte dell'attore Massimiliano Bruno, mitico Martellone della serie "Boris", l'unico in grado di farti ridere di cuore nei momenti morti del cambio palco, in cui la maggior parte della gente, di solito, fischia il malcapitato conduttore fino a sfiatarsi se je gira bene (se gira male volano proprio gli insulti).

Vado di artista in artista in base all'ordine con cui si sono presentati sul palco.

I primi penso siano stati THE BASTARD SONS OF DIONISO. Dico "penso" perché li sentivo da lontano - quindi su di loro non posso dire nulla -  mentre ero incolonnata in mezzo a millemila persone (dal palco han detto 4000 presenze, il concerto era sold out) a farmi guardare nella borsetta (dopo la mattanza al Bataclan, i controlli sono diventati meno all'acqua di rose) e a mostrare il biglietto per accedere.

Secondo e terzo, rispettivamente, il tarantino DIODATO e il romano THE NIRO, due artisti che vengono spesso accostati, specie da quando parteciparono entrambi a Sanremo nel 2014. Diodato va dritto alla pancia, la sua cover di "Amore che vieni, amore che vai" urla al cuore con un'intensità troppo forte per non essere vera e non ha fatto eccezione la sera di domenica. The Niro è più delicato, a me piace da sempre e mi ricordo che ero in fissa totale quando presentò "1969" a Sanremo. Ora sta per uscire il disco nuovo... speriamo abbia la fortuna che merita perché lui è bravissimo e sembra pure un tipo simpatico.

Quarta in scaletta MARINA REI, una donna che attraversa gli anni meravigliosamente e ogni volta che la vedo mi fa un'impressione migliore. Devo dire, però, che a ritrovarmi ultraquarantenne a cantare il ritornello di "Al di là di questi anni" "e come un angelo contro il buio più nero allora ritroverò l'amore vero" mi sentivo in imbarazzo notevole, un pò come si deve sentire Baglioni quando canta "quella sua maglietta fina tanto stretta al punto che m'immaginavo tutto", roba che grasso che cola se ci credi a vent'anni, dopo diventa ridicola ed è lì che vedi la differenza tra una canzone che invecchia ed una che resta sempre attuale (la mia cantantessa, quando fa "Amore di plastica", non ha questo problema... ma questa è un'altra storia!!!)

Quinto e sesto i nomi sconosciuti - almeno per me - della serata: FABRIZIO POCCI e L'ORAGE. A me è piaciuto di più il primo, giovane scoperto da Erriquez, il cantante della Bandabardò. Le canzoni sembravano allegre e orecchiabili ma niente affatto stupide, specie quella dedicata al figlio... e alla chitarra!

A seguire, la parte più "cicciotta" del concerto, coi nomi più grossi, che han suonato 5 canzoni a testa: BANDABARDO', NICCOLO' FABI, MAX GAZZE', CARMEN CONSOLI e DANIELE SILVESTRI.

Bandabardò  + Villa Ada e, per me, è stato un po' come entrare nella macchina del tempo e tornare a dieci-quindici anni fa, quando ero una fricchettona innamorata di un altro fricchettone e insieme non ci perdevamo un solo loro concerto, li abbiamo visti OVUNQUE. Mi riprometto di tornare a seguirli, magari in qualche altra data dal vivo, perché hanno scongiurato l'effetto "vecchie glorie un po' patetiche" e sentirli cantare "Venti bottiglie di vino" o "Disegnata" (una delle mie preferite) è ancora più che piacevole. Son stati bravi, energici ed assolutamente credibili come lo erano negli anni in cui li ascoltavo praticamente sempre.

A Niccolò Fabi l'arduo compito di metter su un set intimo dopo musica, come quella della Bandabardò, fatta apposta per ballare e scatenarsi (sicuramente le sceme che gridavano "Nudo nudo" poco lontano da me, manco fossimo allo spogliarello dei Centocelle Nightmares in qualche truzzissima festa della donna, non aiutavano -_-)

Ha cantato "Filosofia agricola", "Solo un uomo", "Costruire", "Facciamo finta" e "Lasciarsi un giorno a Roma". Su "Facciamo finta", in particolare, l'emozione è stata grande: il mio ricordo è un po' confuso ma lui, prima di attaccare a suonare, ha detto al microfono una frase del tipo: "Tutti sappiamo perchè siamo qui. Anche tu sai". Sembrava una preghiera, come se stesse affidandosi a qualcuno con quel "tu sai". Me lo sarò sognato? Se qualcun altro può confermare o smentire ne sarei felice.

Gazzè simpatico, sempre grande trascinatore in grado di bilanciare canzoni spensierate come "La vita com'è" con altre più tenere e delicate come "Mentre dormi".

Cantantessa Consoli MERAVIGLIOSA (ma si sa che io sono schifosamente di parte), sembrava felice anche perché ad accompagnarla alle corde, prima della chiusura del set con tutta la band degli ultimi tour, c'erano i due compagni di tantissimi concerti, Massimiliano Roccaforte e Santi Pulvirenti. Canzoni eseguite: "Mandaci una cartolina", "Quello che sento", "Geisha", "Parole di burro" e "A' finestra".

Danielone Silvestri, reduce dalla serata al Carroponte in cui aveva suonato preceduto dagli Afterhours nella serata per i vent'anni di Radio Popolare, a chiudere il tutto MA, come penso quasi tutti ci aspettavamo, la vera chiusura l'ha fatta la santissima trinità Fabi-Gazzè-Silvestri, per una sera di nuovo tutti insieme, scherzosi e affiatati (pezzi suonati: "Alzo le mani", "Life is sweet", "L'amore non esiste").



Nel frattempo, si era fatta praticamente mezzanotte e mezza e, grazie all'Atac che dona sempre quell'ulteriore tocco di avventura alle mie serate, dopo due ore e dieci ero a casa.

Foto presa dalla pagina fb di Villa Ada Roma incontra il mondo.


Chissà se domenica prossima si replica con un evento altrettanto magico... Sono pronta, infatti, a frullarvi i maroni con gli AFTERHOURS per tutti i restanti giorni della settimana!!!

Giovedì 15, l'Agnellone nazionale debutta in tv su Sky come giudice ad X-Factor. Inizieranno con le audizioni degli aspiranti concorrenti registrate in estate.

Per i poràcci come me che non hanno Sky, nè hanno intenzione di farselo, il programma, per le puntate riguardanti le audizioni, andrà in onda in chiaro la sera dopo alle 21.15 su Tv 8, un normalissimo canale del digitale terrestre, che, tra l'altro, per i poràcci doc che non hanno neanche la tv, è visibile anche in streaming su pc.

Siccome all'epoca di "Hai paura del buio?" era "sabato in barca a vela e lunedì al Leoncavallo", l'Agnellone ha un po' scombinato i giorni e, mentre giovedì lo vedremo rileccato in tv, domenica sarà con tutta la band al FORTE PRENESTINO, in una serata insieme agli Zu (una band che potrebbe piacervi moltissimo o contribuire a ridefinire il vostro concetto di rumore) a sostegno degli spazi occupati - o liberati, come cita il flyer dell'evento - romani.

Incoerente? Per me, finché l'Agnellone sarà capace di non vivere di gloria riflessa ma di scrivere canzoni come "Grande" o "Ti cambia il sapore", può fare davvero tutto quello che vuole.





Occhio che i tagliandi per entrare al Forte sono in distribuzione a sottoscrizione, presso il Forte stesso, già da oggi fino al giorno del concerto.
Ovvio dire che Marinellac'è pure stavolta.
Don't stop me now... neanche tu, Atac maledetta!!!




mercoledì 7 settembre 2016

Tempo di ripresa.

E' sempre difficile ritornare a scrivere dopo tanto tempo, specie mentre volge al termine un'estate che ha visto accadere, nell'ordine, una tragedia nazionale, un momento di notevole tensione nell'amministrazione già ultra-critica della nostra amata/odiata Roma e, per la mia storia personale, picchi di altissima felicità, come quando me ne sono andata a Bologna a vedere la mostra su BOWIE (sicuramente non è un caso che, da allora, non abbia più scritto), e giornate buie culminate nel down di una domenica sera in cui mi sono ritrovata, sola da un po' troppo tempo, a singhiozzare talmente forte sul finale di "INTO THE WILD" che ho temuto che dei poliziotti mi venissero a bussare alla porta di casa per prepararmi la pasta al burro, come avevano fatto con la coppia di vecchietti segnalati dai vicini qualche settimana prima.


Adesso è tempo di ripresa: io, a dire il vero, avendo lavorato tutto agosto e non avendo programmato partenze nell'estate, non ho mai staccato per davvero ma è comunque, questo, un momento per riappropriarsi della compagnia che tanto mi è mancata e per proporre qualcosa di bello nella nostra Roma che, per quanto martoriata dalle mani ignobili di chi la amministra, oltre che - purtroppo molto spesso - di chi la abita, non manca di sorprenderci sempre con qualche iniziativa interessante.

Per esempio, domani sera, giovedì 8 agosto, meteo permettendo, si svolgerà a piazza del Popolo la festa - totalmente libera e gratuita - di RADIO CAPITAL.

Radio Capital è stata, per me, una bella scoperta dell'ultimo anno: avendo saputo che ci lavorava il dj Mixo - che io ADORAVO ai tempi degli anni d'oro di Videomusic/TMC2 - mi son detta: "Proviamo a sentirla: se ci lavora lui, non deve essere così male" ed ho trovato - SORPRESA - non il solito network commerciale pieno di spot e canzoni mandate e rimandate a nastro ma una radio di qualità, non ruffiana, rock con gusto, molto filo anni '80, ma di quelli belli e non pacchiani (Blondie, Talk Talk, Fine Young Cannibals i primi nomi che mi vengono in mente).

Con Radio Capital ho scoperto la splendida "Succede d'estate" di Diego Mancino, ho sentito più e più volte "Ha perso la città" di Niccolò Fabi ma mai "Sofia" di Alvaro Soler o "Andiamo a comandare" del terribile Rovazzi e scusate se è poco.

Altre radio, in passato, hanno riempito le piazze di Modà e Amici di Maria: loro no, loro invitano NILE RODGERS degli CHIC e, se non sapete chi è, ascoltate i brani qui in basso e poi ne riparliamo, visto che sono tutti progetti che portano il suo zampino.





A livello non musicale, la città è piena di visite guidate ad angoli più o meno nascosti ma tutti molto interessanti. Io, per esempio, per sabato 10 mi sono prenotata, attraverso la pagina APPasseggio ad una visita al cimitero acattolico di Piramide, quello dove riposano le spoglie mortali - tra gli altri - di Gramsci e di John Keats. A qualcuno potrà sembrare macabra, un'iniziativa di questo tipo, ma persone che ci sono state in passato mi hanno detto che il luogo è molto suggestivo e merita un passaggio. Io sono curiosa e vado!

Un'altra visita si può fare al Quirinale, fino a domenica 9 ottobre, per la mostra "Guttuso. Inquietudine di un realismo".
Il prezzo è ridicolo, 1 euro e 50 - non ci prendi manco un gelato con quella cifra -, e richiede una semplice prenotazione, anche se gli orari non sono comodissimi (l'ultimo ingresso è alle 15).

La settimana si chiuderà domenica 11 settembre a Villa Ada col "Concerto senza impegno" (costo 20 euro + 3 di prevendita), super concertone di beneficenza di millemila ore, che inizia alle 19.30 e finisce alle boh e vede sul palco alcuni nomi MOLTO interessanti tra cui la Bandabardò, che tanto mi piaceva in una delle mie vite precedenti, l'amata Carmen Consoli, la santissima trinità Fabi-Gazzè-Silvestri.

Riusciranno i nostri eroi a restare in piedi per ore, facendo cose assurde tipo bere pochissimo per non farsi scappare la pipì e perdere il posto buono di fronte al palco, come si faceva ai bei tempi giuovani del Primo Maggio di piazza San Giovanni? Lo saprete nella prossima puntata di Marinellac'è.


venerdì 12 agosto 2016

David Bowie è davvero per sempre: la mostra "David Bowie is" al MAMbo di Bologna.

Qualche settimana fa, al lavoro, mi avevano comunicato che avrei dovuto assentarmi in un giorno di agosto, deciso dai miei responsabili, per non superare il monte ore mensili. Mi avevano assegnato un mercoledì, il 10.

Mi son detta che il rischio di passarlo a casa, sbragata su una sedia a fare PER ORE il refresh alla homepage di facebook - una roba tristissima ma sfido la maggior parte di voi a dire di non averlo MAI fatto - era altissimo e che dovevo attivarmi per renderlo un giorno un pò speciale. 
10 agosto... san Lorenzo... vado a trovare l'uomo delle stelle!!!
Ed è così che mi son prenotata un viaggio andata e ritorno in giornata per BOLOGNA e me ne sono andata al MAMbo, museo che ospiterà fino al 13 novembre la mostra su DAVID BOWIE proveniente dal Victoria and Albert Museum di Londra.

Si dicono meraviglie di questa mostra, è circolato nelle sale cinematografiche anche un lungometraggio che la illustrava ma che non ho visto. 
Io ne ero molto incuriosita e posso confermare che E' TUTTO VERO: è una mostra STUPENDA, sono 15 euro spesi stra-bene e gli organizzatori hanno fatto un lavoro davvero ottimo.

Per chi avesse intenzione di andarci, parto con una raccomandazione "da mamma" : portatevi un giacchetto, quando entrate, a meno che non siate tipi "muy calienti", perchè all'interno SI GELA (pare sia per garantire una migliore conservazione dei materiali esposti). Io, all'inizio, neanche mi sono accorta che faceva freddo ma, visto che ci son rimasta dentro circa TRE ORE E MEZZO, sul finale accusavo un pò tutta 'sta frescura inaspettata.
A proposito di  questo, il sito con tutte le info sulla mostra stima un tempo minimo di visita di un'ora. Vi avviso che in un'ora non avrete visto assolutamente nulla, perchè, a parte la grandezza della mostra, ci sono sale e teche da cui moooolto difficilmente vi staccherete in maniera rapida. 

All'entrata, ti danno un'audioguida che si attiva da sé attraverso dei sensori in base alle sale che visiti e a ciò che stai guardando. Perplessità iniziale perchè parte un audio di parlato in inglese e ti dici: "Oh cacchio, ma sarà tutta così? Vedi che ho sbagliato a impigrirmi e non frequentare quel corso d'inglese che avevo trovato l'anno scorso?!") ma poi capisci... Ci sono teche ENORMI dedicate a pezzi di storia della musica e del costume bowiano e, vi giuro, l'emozione che puoi provare mentre ti parte l'audio di STARMAN di fronte alla tuta con cui Bowie si presentò nel mitico Top of the Pops dell'aprile '72 e al video GIGANTE di quell'esibizione è qualcosa che difficilmente un appassionato di musica dimenticherà.


Ho guardato tanti di quei filmati durante quelle ore, letto tante di quelle informazioni, che mi girava la testa ma ero così felice... mi guardavo intorno e vedevo persone sorridere, muovere la testa e i piedi a tempo con la musica ed era bellissimo. Una scena fantastica è stata quella di un bambino (sono sempre loro i più sorprendenti) sui 6 anni che, di fronte alla teca col costume da Pierrot di ASHES TO ASHES, davanti al video si premeva le cuffie sulle orecchie, modello telequiz, e CANTAVA A SQUARCIAGOLA (tanto che son dovuti venire i genitori a fargli "shhh") con un trasporto che il 99% dei suoi coetanei dedica giusto alle canzoni di Peppa Pig.


La mostra è un crescendo, parte che ti dici "Mmmh interessante" ma arrivi all'ultima sala che non te ne vuoi più andare!!!

Non vi svelo altro ma vi dico che c'è un video - che non avevo mai visto  - di un Bowie giovanissimo che, esclusivamente attraverso l'uso del mimo, racconta la storia di un uomo che, per farsi amare e applaudire, mette una maschera che, ad un certo punto, non riuscirà più a levare. E' intensissimo ed emozionante, parla della dualità tra uomo e artista ma anche tra pubblico e privato, tra aspettative altrui e desideri propri, tra come ci si sente e come gli altri si aspettano che ci sentiamo. Mi ha commosso, chevvelodicoaffà. Se andate alla mostra e lo ritrovate, pensatemi.

E' stata un'esperienza fantastica: era la prima volta che partecipavo DA SOLA ad un evento fuori Roma e a chi pensa che sia triste ("La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la mia solitudine, che è la mia debolezza", diceva quel genio di Pasolini), dico che lo rifarei MILLE VOLTE... è bello che un desiderio sia più forte degli ostacoli (che spesso vivono solo nella testa) che portano a realizzarlo.

In questo - e in molto altro - David Bowie è stato un eccellente maestro.



"Rebel rebel, how could they know?"






sabato 23 luglio 2016

Un frullato di emozioni (non tutte facili da gestire): Niccolò Fabi @Villa Ada, 22/07/2016

Ho scritto per mezz'ora, su questo concerto, e poi ho cancellato tutto. Troppe emozioni, alcune troppo forti, troppo difficili da gestire. Per un concerto? Sì, per un concerto. Perché dentro c'era molto di più che una manciata di canzoni.

C'era la storia di Lorenzo Amurri, che ha lasciato la sua vita terrena pochi giorni fa, poco più grande di me di età, e della cui vicenda ASSURDA mi ero incuriosita proprio perché lo avevo visto anni fa sul palco con Fabi, tra l'altro in un festival organizzato da Manuel Agnelli, perché niente e a caso e tutto torna, anche quando non capiamo come, quando e perché.



A lui, ieri, a "Lollo", in un sussurro, Niccolò Fabi ha dedicato "Facciamo finta".

C'era la colonia della Casa di Pulcinella Claudio De Santis, oggi in partenza; c'era Luca che mi portava a Villa Ada a vedere gli scoiattoli e a fare pace quando litigavamo.
Da quasi tre anni di tempo terrestre, Luca chissà dov'è... adesso si starà facendo due risate con Lorenzo Amurri, da qualche parte dove io non lo posso vedere, ma quando sono a Villa Ada lo sento sempre, fortissimo, ed ho paura di quanto è forte quella sensazione, specialmente se ascolto una canzone come "Una mano sugli occhi" e arriva quel pezzo che fa "e ancora adesso stringiamo i pugni e non ce ne andiamo da qui" quando invece io so che le persone se ne vanno, eccome.

C'era Fabi che chiama sul palco Roberto Angelini per suonare "Attesa e inaspettata", perché quando devi attaccare quella che definisci "la più importante canzone della mia vita", che a posteriori chissà quante volte hai considerato una profezia, hai bisogno di un amico che ti stia accanto.

foto dell'amica Silbiasan @Instagram

"Lasciarsi un giorno a Roma", "Costruire", "Il negozio di antiquariato", "Ecco", "Solo un uomo", "Offeso"... in ordine sparso, le perle del repertorio "fabiano" c'erano tutte, per due ore di concerto ad alta intensità emotiva, in una cornice che più bella non poteva essere.

foto-capolavoro del sempre inarrivabile Simone Cecchetti.

Stasera, altro giro altra corsa e, per celebrare la fine di queste mie ferie in città piene zeppe di musica, vado alla Casa del Jazz, altro posto meraviglioso, a sentire un'altra artista che, a livello di bellezza, regala sempre tantissimo, Cristina Donà, che, nello spettacolo "Amore che vieni, amore che vai", dà voce e vita alle figure femminili presenti nelle canzoni di De Andrè.

Dopo questa, però, promettetemi che, per riequilibrare, mi porterete ad una serata di cover di Raffaella Carrà.






mercoledì 20 luglio 2016

"La poesia è di chi gli serve": Afterhours @Rock in Roma, 19 luglio 2016

Nell'accingermi a scrivere il milionesimo report del mio milionesimo concerto degli Afterhours, mi sono chiesta: "A CHI GIOVA? A chi giova sentir parlare dalla stessa persona ancora dello stesso gruppo, delle stesse canzoni, con gli stessi toni più o meno enfatici?"

Io penso che possa servire a un po' di gente.

A chi si chiede se questo gruppo ha ancora qualcosa da dire dal vivo, dopo trent'anni e i mille cambi di formazione che hanno visto SOLO Manuel Agnelli rimanere al suo posto (del resto, non poteva mandarsi via da solo :), e la risposta è SI', hanno ancora MOLTO DA DIRE, energia da regalare, vibrazioni positive anche se l'ultimo disco è nato principalmente da un evento nefasto come la morte per malattia dell'Agnelli senior, papà di Manuel.



Come dicevo ad un amico, vederli tutti e sei così uniti e carichi sul palco, specie dopo che, nell'ultimo tour con la vecchia formazione - quello celebrativo di "Hai paura del buio?" - avevo intuito che ci fosse qualcosa che non andava, è bellissimo e regala l'effetto "lascio la mia vecchia fiamma storica e con la nuova mi diverto e scopo come un riccio" (fantastico se sei la nuova, un po' meno se ti tocca il ruolo di vecchia fiamma storica -_-)

Serve a chi, come me, pensava che canzoni come "Il mio popolo si fa" facessero schifo e invece dal vivo va alla grande, insieme a un'altra traccia stramba del nuovo disco, "Tra i non viventi vivremo noi", dove l'Agnellone si vede proprio che si diverte a indicare col dito il pubblico mentre canta col sorriso beffardo che ben conosciamo: "E' una madre piena di attenzioni il pubblico che abbiamo noi ma alla mamma non disobbedire o SARANNO GUAI".

Agnelli in versione "Cristo di Rio" nella foto di Pasquale Modica sulla pagina fb degli After


Parlare ancora degli Afterhours serve a chi pensa che fanno solo canzoni depresse, perché A) non è vero e nella scaletta di questo tour trovano posto due concentrati di positività come "Non è per sempre" e "Riprendere Berlino", B) non è da tutti riuscire a trasmettere ENERGIA con testi anche pesanti come "qui nell'aria puoi sentire quando è tardi per cambiare idea/troppo tardi per sentirmi nuovo/tardi per sperare/troppo tardi per cambiare ancora" ("Bungee Jumping"), "la testa è così piena che non pensi più/ti si aprono le gambe oppure le hai aperte tu" ("Ballata per la mia piccola iena") oppure IL CAPOLAVORO, l'apoteosi del pensiero afteriano e, forse, la loro più bella canzone di sempre, "Quello che non c'è" ("perciò io maledico il modo in cui sono fatto/il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco"), tutti pezzi RIGOROSAMENTE nella scaletta di questo tour.

Un ragazzo che conosco (ciao Michè), che ha partecipato ai bootcamp di X-Factor a Milano, mi ha raccontato che gli autori avevano chiesto al pubblico di intonare, per ognuno dei "giudici" del programma, un brano di successo. Tutti che cantavano il pezzo di Arisa, di Fedez o di Soler e pochissime voci imbarazzate quando è stato chiesto di cantare il ritornello di "Non è per sempre" perchè praticamente non la conosceva NESSUNO. Pazzesco.

Ecco, io credo che, se la partecipazione dell'Agnellone a X-Factor potrà servire a far capire che C'E' VITA musicale oltre alle cagat cose ignobili che spesso passano le cosiddette "radio commerciali", il mondo non potrà che arricchirsi di un po' di bellezza in più. Ognuno poi, della bellezza, ne fa quello che vuole, perchè come diceva Troisi nel capolavoro "Il Postino", "La poesia non è di chi la scrive: è di chi gli serve".

Note di colore:

  • Agnelli sbrocca sempre, con la consueta alterigia per la quale lo amiamo e lo detestiamo allo stesso tempo ma, al momento, lo sbrocco è di ispirazione salutista, visto che, alla quarta o quinta canzone, al microfono fa: "Ora però basta fumo, il fumo ha rotto il cazzo" :)))
  • Ditemi CHI E' il parrucchiere di Sky perchè l'Agnello ha perso completamente l'effetto infeltrito sulla lunga chioma, che ora splende morbida e con riflessi stupendi!!!


  • Niente nudità agnelliane, niente addominali DA PAURA al vento, anche se c'erano mille gradi e il concerto dura DAVVERO due ore abbondanti.


  • Per chi si sta chiedendo se sono andata all'after-show all'Angelo Mai: sì, ci sono andata, non è allegramente successo un cazzo, almeno fino alle tre e mezzo quando sono andata via, come già mi avevano preannunciato i gentilissimi organizzatori che avevo contattato per sapere se gli After avrebbero suonato qualche pezzo o meno. Eravamo un centinaio di persone e stavamo seduti tranquill a berci una birra nel giardino dell'Angelo, sotto la luna a cui mancava solo uno spicchio per essere piena.
  • Dellera ha giocato al dj, l'Agnellone si è avvicinato al nostro tavolo perchè c'era un tizio che abbiamo conosciuto lì che, per rimorchiarsi (invano) la mia amica più carina, gli ha chiesto se poteva domandarle LUI che lavoro facesse. Alla risposta della mia amica ("Lavoro in un centro anti-violenza"), lui fa: "Ecco, allora magari fatevi spiegare qualcosa da lei". 
Per essere uno che, quasi vent'anni fa, ha scritto una canzone che diceva: "Forse non è proprio legale sai ma sei bella vestita di lividi", TANTA TANTA STIMA.



lunedì 11 luglio 2016

Se brucia, l'infezione c'è: la mia recensione di "Carne viva".

In questi giorni, concerti ed eventi che invitano ad uscire e a sfidare l'afa della Capitale ce ne sono a iosa (uno per tutti, tra quelli a cui parteciperò io, si terrà domani, 12 luglio: STAZIONI LUNARI, progetto con l'inedita formazione Carmen Consoli, Max Gazzè, Brunori Sas ed ex CSI tutti sul palco dell'Auditorium Parco della Musica a mischiare allegramente i loro repertori)

                                            MA

stavolta userò il blog per scrivere di un libro che mi ha colpito profondamente, 220 pagine lette in cinque giorni scarsi in cui non sono stata sotto l'ombrellone a grattarmi felicemente la panza ma a lavorare con la solita sveglia all'alba e le solite rotture di cogl incombenze quotidiane. Lo dico a dimostrazione di come questo CARNE VIVA (titolo originale "Love me back") sia entrato a velocità supersonica nella mia  scala di interessi da tempo libero nel periodo in cui l'ho letto. 




"Carne viva" è uno di quei libri che ti fanno venire voglia di ritagliare un posto nella tua giornata per incontrarne la storia, per sapere come va a finire, certo, ma soprattutto perché ti piace ritrovarlo, come succede con un amico con cui stai veramente bene. 
Credo di aver provato per la prima volta la curiosità di leggerlo attraverso un post su facebook dalla pagina de Il Mucchio, dove qualche redattore ha davvero molto gusto nello scegliere frasi da libri con i quali, quando non li ho già letti, scatta frequentemente in me il piacere di fare conoscenza.


La protagonista, Marie, è una giovanissima cameriera, tanto impeccabile sul lavoro quanto scatenata nella vita privata: niente rock'n'roll, o almeno molto poco perché in questo libro non c'è tanta musica, ma sesso e droga a bizzeffe. 

Leggendo certe scene veramente tostissime, mi è venuto da sorridere pensando alle tante copie vendute da "Cinquanta sfumature" o, per citare un bestseller della letteratura nostrana di qualche anno fa, "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire" di Melissa P. , uno dei libri che, insieme a quelli di Moccia, trovo più spesso nelle bancarelle dell'usato... qualcosa vorrà pur dire, per lo meno a livello statistico! 
Quelli erano porno-harmony, qui c'è roba seria.

Non è un erotismo che fa sognare, tutt'altro, ma è raccontato in maniera incredibilmente efficace. Si resta sgomenti ma anche catturati. Di Merrit Tierce, l'autrice del romanzo, so molto poco, anche perché quando è venuta in Italia a presentarlo ne ignoravo totalmente l'esistenza. Ho letto che per scrivere questo libro ha attinto da esperienze proprie... a me sembra il solito gossippone acchiappa-polli ("Daiiii, ma davvero lei ha vissuto COSI'?") e, comunque, un bel chissenefrega ci sta tutto perché, racconto di vita vissuta o meno, la vicenda di Marie cattura. 

Dentro quelle esperienze estreme, che spesso sfociano nello squallore, c'è tanta malinconia. Marie ce l'ha una persona importante nella sua vita, qualcuno per cui varrebbe la pena vivere in maniera più sana, solo che è totalmente incapace di prendersene cura, esattamente come fa con se stessa. 

C'è una frase, a pagina 186 dell'edizione che ho letto io, che dice "Se ti giuro che ti voglio più di qualunque cosa, ti andrà bene non avere niente?". Marie immagina sia il succo del discorso di uno degli uomini da cui si lascia usare, sperando di ricevere un amore che non riesce né a dare né a ricevere. E' lucida ma non le serve a nulla e sprofonda, sprofonda, sprofonda...

E' una storia senza lieto fine, quella di "Carne viva". Mi ha ricordato un pezzo degli Afterhours che so che è tornato in scaletta nel tour che farà tappa a Roma il 19 luglio prossimo. Quando lo ascolterò, penserò un pò (anche) a Marie.



"Imparare a barare e sembrare più vero, due miserie in un corpo solo".

martedì 28 giugno 2016

Nella luce di luna... nella luce di luna: qualche suggerimento per chiudere giugno e iniziare luglio.

A Roma stasera c'è un cielo talmente bello e pulito che si vedono le stelle anche tra le case.
Una serata perfetta per sognare, per stare un po' con se stessi... o per scrivere, finestra aperta e vino buono in un bicchiere vicino.

Domani è festa patronale e, come molti romani, non lavorerò. Son stata tentata fino all'ultimo di andare a sentire Capossela che, mentre vi scrivo, sta suonando all'Auditorium alla data inaugurale  del suo tour ma, in questo momento, di "creature della cupa" per me è meglio fare a meno, chè negli ultimi mesi se ne sono manifestate pure troppe (e non ti affacciare la notte nel pozzo, dentro nascosto sta il Maranchino, a dispetto se ne sta nel letto, ti rode la testa e non ti fa dormire... non ti affacciare la notte nel pozzo ma non accendere neanche il cellulare, aggiungerei -__-) .

Confermo, comunque, quello che è stato scritto in molte recensioni e cioè che, del doppio disco "Canzoni della Cupa", diviso in "Polvere" e "Ombra", è "Ombra", il secondo cd, quello veramente bello. Il tour invernale sarà dedicato più a questa seconda parte, quindi chissà che non siano i mesi freddi quelli in cui tornerò a sentire dal vivo l'amato Vinicio.


Nel frattempo, Roma, anche se la città sicuramente non è in uno dei suoi periodi più brillanti, brulica di eventi e di iniziative. Ne segnalo solo qualcuna ma, con pazienza e curiosità, si può trovare tanto.

CINEMA: Fino al 6 luglio, qualcuno che immagina che le donne non siano particolarmente calciofile, visto che il periodo è quello degli Europei, in alcuni cinema di Roma signore e ragazze entrano A 4 EURO per qualsiasi film e in qualsiasi orario, basta stampare (attenzione, lo vogliono stampato SU CARTA, non si accontentano che glielo mostriate sul telefono) un apposito coupon.

Con questa iniziativa, sono andata a vedere un film simpatico, nelle sale da poco, "Kiki e i segreti del sesso", una favola a luci rosse, divisa in piccole storie, che ti fa venire tanta voglia di prenotare un viaggio a Madrid :)



MOSTRE: Domenica prossima, 3 luglio, essendo la prima domenica del mese, in moltissimi musei i residenti non pagano. Io penso che ne approfitterò per andare a vedere la mostra TATTOO FOREVER alla Pelanda del Macro, a Testaccio. Io, che non ho tatuaggi nè credo ne farò mai, sono comunque incuriosita... e poi si parla di una sezione "di forte impatto emotivo, con visione consigliata ad un pubblico adulto e non facilmente impressionabile"... paura!



Gratis per tutti, e veramente veramente bellissima e d'impatto fin dall'allestimento, è invece la mostra NOX OMNIBUS LUCET @Galleria Varsi, una di quelle perle della Roma nascosta che amo di più. In questa piccola galleria in zona Arenula, in una stradina poco frequentata, sono esposti (e se uno ne ha la possibilità economica, si possono pure comprare) i lavori di un artista italo-venezuelano di nome GOMEZ. Prima di visitare la mostra, visto che non lo conoscevo, mi ero letta un pò di cose su di lui, tra cui che è considerato un "allievo contemporaneo" di Caravaggio. Secondo me, è una definizione calzantissima. La mostra dura fino al 14 luglio, è chiusa il lunedì e, a mio parere, vale ASSOLUTAMENTE la pena. Le foto che pubblico vengono dalla pagina fb dedicata all'evento e, pur fatte bene, rendono di un centesimo la bellezza di queste opere.







MUSICA: Ovviamente, il mio più grande amore e interesse non può mancare. Segnalo l'I-FEST al parco Nomentano, uno spazio verde in zona piazza Sempione. Da domani, 29 giugno, fino a domenica 3 luglio, al simbolico ingresso di cinque euro, concerti sul genere "resistente", in un simbolico asse ad unire Roma a Napoli.
Tra i vari partecipanti segnalo MURO DEL CANTO (chettelodicoaffà) e FOJA, ad aprire il 29, insieme con altri artisti tutti molto validi, tipo Francesco Di Bella (che seguo molto meno da solista ma che ha scritto pagine di musica indimenticabili con i 24 Grana) oppure venerdì primo luglio RANCORE, 99 POSSE e ASSALTI FRONTALI.




Sta per iniziare inoltre, precisamente il 30, la rassegna "Roma incontra il mondo", a Villa Ada, uno degli spazi più belli della nostra città, anche se col non piccolo inconveniente di essere collegato malissimo coi mezzi di sera dopo una certa ora (motivo per cui domenica 3 luglio NON andrò a sentire l'ottimo Bombino) ma vabbè, i barbùn senza macchina come me ormai son pochi.

Da essere umano per cui il calcio riveste interesse pari a sottozero, ho scoperto da poco che sabato sera alle 21 c'è la partita dell'Italia. A Villa Ada hanno pensato ad un'iniziativa molto carina: ingresso gratis per tutti, schermi su cui vedere la partita all together e, alla fine della parentesi calcistica, musica con le cover di Battisti dei bravi Lato B, che avevo visto un pò di tempo fa suonare a Testaccio.

Nota di merito: visto che la serata dei Lato B sarebbe dovuta essere a pagamento, chi avesse comprato il biglietto in prevendita lo potrà scambiare al bar con due birre :)



giovedì 16 giugno 2016

Di quando Simon Le Bon era il mio Manuel Agnelli.

La settimana scorsa, martedì 7 giugno, sono stata al concerto dei DURAN DURAN, che apriva la stagione 2016 del Rock in Roma a Capannelle, dove - presumibilmente - tornerò il 19 luglio per il live degli Afterhours, e più di una persona mi ha detto: "Ma come, non hai scritto nulla di quella sera?"

Il problema è stato che mi sono resa conto che, a quel concerto, io non ero sola: io ero con la me stessa che, tra il 1984 e il 1987, è stata INNAMORATISSIMA dei Duran Duran, e di Simon Le Bon in particolare. 

Me ne sono accorta fin da quando, piazzato come secondo pezzo in scaletta, ho riconosciuto le prime note di "Wild Boys" ALL'ISTANTE, e l'ho avuto ancora più chiaro quando, sola tra millemila sconosciuti, non sono riuscita a frenare le lacrime sul penultimo brano, quella "Save a prayer" che, insieme a "Careless Whisper" di Geroge Michael, è stato il lento che ha visto il maggior numero di innamoramenti, più che altro vissuti nella mente, delle adolescenti e pre-adolescenti degli anni '80.

Su Save a prayer ho capito che io ero la donna di 42 anni che portava al concerto la se stessa bambina di trentadue anni prima, quella bambina che si innamorava della musica mentre aspettava di innamorarsi di una persona vera, e le dicevo: "Vedi? Ce l'abbiamo fatta, eccoci qui!!! Hai fatto bene a fidarti di me!"

Questa era una delle mie foto preferite dei tempi d'oro, nonché poster in allegato ad uno dei numeri di "Tutto musica & spettacolo", grande lettura dell'epoca.

E' stato il mio primo gruppo preferito, la prima musica "da grandi" che ho apprezzato (del resto, nell' 84 avevo 10 anni e tra le mie contraddizioni c'era che mi piacevano i primi masculi ma ancora giocavo con le Barbie). Collezionavo adesivi e ritagli con le loro facce, che all'epoca erano OVUNQUE, e ogni sera baciavo religiosamente il poster di Simon, facendomi due conti su quanti anni ci potessero ancora volere per incontrarci, fidanzarci e sposarci :)))

Al di là del fatto che scatenavano alla grandissima le mie prime tempeste ormonali, adoravo la loro musica. Su cassette pirata fatte spesso di registrazioni pessime, perché i miei erano contrari alla paghetta e NESSUN ADULTO si sognava di comprarmi un loro disco né io mi azzardavo a chiederlo per paura di sentirmi dire di no, ascoltavo e riascoltavo i loro pezzi e sapevo riconoscerli TUTTI fin dall'attacco. Mi emozionavo cantando con parole inventate, mi batteva il cuore, sentivo come una scossa alla spina dorsale... ero felice ma non si doveva troppo far vedere, perché sempre i mitici adulti mi prendevano per culo: non si poteva essere felici per 'ste cazzate!!!

Mio padre, mentre mi guardavo di contrabbando - sentendomi colpevole come neanche stessi guardando un porno a undici anni - le puntate di "Be Bop a Lula", il programma di Red Ronnie in cui si parlava spessissimo di loro, mi diceva: "Ma tu vuoi essere come quelle matte che urlano quando passano?". Mi guardavo bene dal dirgli che sì, avoja, io VOLEVO ASSOLUTAMENTE essere come loro, volevo essere quella che gridava più di tutte, hai visto mai Simon si girasse e mi notasse nella folla, ma mi vergognavo e non dicevo niente o mentivo spudoratamente.

Ieri Manuelone e tutta la nuova/vecchia formazione degli Afterhours, con cui sta girando per promuovere il nuovissimo Folfiri o Folfox (di cui, prima o poi, si decideranno a pubblicare la mia recensione su Shiver) erano alla Feltrinelli di via Appia a farsi intervistare e a suonare qualche pezzo.

Per motivi non legati alla loro presenza, ero in zona già dalle quattro e mezzo del pomeriggio, e loro avrebbero suonato due ore dopo. Mi son detta: "Eh ma che son matta, che vado COSI' PRESTO a piazzarmi lì, come una scema, due ore prima?" ma poi mi sono risposta che sì, se voglio io posso fare anche queste cose e non sono matta, voglio solo essere felice.

Mi son seduta, tanto a quell'ora c'era talmente poca gente che si scialava coi posti, mi son vista pure le prove (rigorosamente fatte senza il buon Agnellone superstar - in più mancava Xabier, che uno del pubblico dietro di me ha definito "quello basso" :)))), intervista, showcase di cinque pezzi ("Ti cambia il sapore", "Nè pani nè pesci", "L'odore della giacca di mio padre", "Padania" e "Non voglio ritrovare il tuo nome"), autografi sul ciddì e foto di rito, per i quali - data la mia pole position - sono stata tra le prime sei persone ad accedere al cospetto dell'Agnello e dei suoi e mi son sentita una totale privilegiata, visto che, alla fine, c'era talmente tanta gente che qualcuno si sarà fatto fare l'autografo e scattare la foto la sera alle 11 -_-

Tutto questo per dire, specialmente in questo periodo in cui sono circondata di amiche e conoscenti che sono tutte dee della fertilità mentre io non riesco a beccare non dico un partner fisso ma almeno uno che non sparisca senza spiegazioni dall'oggi al domani lasciandoti in un mare di lacrime, AMATE le passioni dei vostri figli e nipoti. Seguitele e, anche se non le capite, per lo meno non ostacolatele e non deridetele. Quello che oggi a voi sembra buffo o incomprensibile, per loro E' VITA e, chissà, quando saranno grandi e la vita li prenderà a martellate, è ricordarsi delle passioni che li aiuterà ad attingere ossigeno e nutrimento... e poi, oh, molto probabilmente un sacco di nerdoni che negli anni '80, da ragazzini, sono stati presi per il culo perché passavano i pomeriggi smanettando sulla loro console Amiga, adesso lavorano per Steve Jobs e sorseggiano i loro cocktail in una villa con piscina.

Foto dei Duran Duran scattate al concerto di Milano il 12 giugno da un'amica di mia cognata Laura che era lì, e che son belle perché, anche da lontano, mostrano bene i visual STUPENDI che hanno corredato il concerto in tutte le date del tour, e foto afteriane mie.



















































martedì 7 giugno 2016

In ferie per FARE TARDI e RACCONTARE: come è andata ieri al Maxxi con Agnelli e D'Erasmo (Rep.Idee, 6 giugno 2016)

Tra le persone che lavorano negli uffici, al finire di ogni estate, c'è sempre il tale che dice: "Ah no, io l'anno prossimo le ferie me le prendo a giugno e ad agosto lavoro, tanto ad agosto non si fa un cazz si lavora molto meno".

Molti lo dicono, io quest'anno l'ho fatto davvero: mi passerò tutto agosto in città a lavuràr (amici lontani che leggete il blog, venitemi a trovare :) e mi sono messa in ferie in questo periodo.

Scelta STRATEGICA, altrimenti avrei avuto SERIE difficoltà a partecipare ieri sera all'incontro-intervista-mini concerto con MANUEL AGNELLI e RODRIGO D'ERASMO degli Afterhours, che si sono allegramente intrattenuti con 150 temerari fan avventuratisi fino al museo Maxxi alle undici di un lunedì sera solo per loro!!!




Pensavo di andar sola e di tornarmene, sempre sola, di notte, in una rocambolesca avventura verso la via di casa, sospesa tra il desiderio di chiamare un taxi - come farebbe qualsiasi persona normale - e la voglia di mostrare il braccino corto e farmi millemila chilometri a piedi fino al primo bus notturno disponibile. Invece non solo non ero sola ma ho conosciuto una simpatica ragazza (ciao Valeria!) che mi ha gentilmente mandato le foto che vedete in questo post ed ho pure rimediato un passaggio da persone che non immaginavo di incontrare (grazie Lucilla e David).

Passato il momento "ciao mamma, ringrazio il mio pubblico", vi dico in breve che l'incontro è durato circa un'ora e venti, tra intervista e live.

Sparo al volo un paio di critiche alla Carla & Enzo, raccontando che l'Agnello indossava un'inguardabile camicia nera TRASPARENTE, a mò di rockstar glam anni '70, con solo la pettorina non di velo, e che D'Erasmo sembra aver ceduto al fascino (?) della tinta per capelli, che sugli uomini - pure i più i fighi (e D'Erasmo si difende bene) - fa subito l'effetto Gianni Morandi.

L'intervista, dal tema "Perchè il rock deve essere pericoloso", era condotta dal giornalista Luca Valtorta: è stata interessante e ha toccato vari temi, anche se, quando hanno parlato della storia di X-Factor (ormai lo sa pure mia madre che l'Agnellone sarà tra i giudici dell'edizione in onda su Sky da settembre), sono state ribadite una serie di posizioni che continuo a trovare non condivisibili su quali siano gli strumenti per portare al grande pubblico bellezza, cultura e lotta alla banalità.



Trovate una serie di estratti video della serata sulla pagina fb di La Repubblica XL.

Quello che non troverete, credo (non ho visto proprio TUTTI TUTTI i filmati), è il sorriso sornione dell'Agnello mentre raccontava che, secondo lui, scendere dal palco e prendere a mazzate uno che ti insulta è un segno di rispetto (e lui ha avuto un periodo in cui, di questi segni di rispetto, ne ha elargiti parecchi :) o di quando ha riportato l'episodio di un vecchio concerto, ai tempi dell'uscita di "Non è per sempre", quando terminavano il set con lui che si buttava dal palco di spalle in stage diving cantando Posso avere il tuo deserto, ed una tipa del pubblico, trovandoselo a lato, gli tirò giù la lampo del PANTALONE DI PELLE (madonna, il boschetto della mia fantasia in quel momento...) estraendo il pacco-dono con fare aggressivo. Lui se ne liberò con una gomitata, decidendo di non fare mai più stage diving e privando una buona parte della popolazione femminile - e anche una fetta di quella maschile - di un momento che poteva essere PARECCHIO interessante.

Messi da parte momenti scherzosi e non, il set musicale è stato BELLISSIMO, potente e intenso, a riconferma che ci sono pezzi che puoi sentire 365.000 volte ma che continuerai a trovare sempre stupendi, perché fanno parte della storia della tua vita.

Personalmente, la decisione di Agnelli e D'Erasmo di suonare una versione da lacrime di "Pelle" seguita subito dopo da "Non voglio ritrovare il tuo nome", mi ha fatto ripensare a come davvero, nella vita, certe volte è così EVIDENTE che il caso non esiste, visto che  questi due pezzi sono la colonna sonora PERFETTA di alcune vicende degli ultimi sei mesi della mia vita.

Tra vecchie perle, come una "Male di miele" forte come se la suonassero in dieci anziché in due, hanno trovato spazio anche tre pezzi del nuovissimo "Folfiri o Folfox", che esce questo venerdì.



Appuntamento per tutti i fan mercoledì prossimo, 15 giugno, alle 18, per lo showcase di presentazione del disco alla Feltrinelli di via Appia, e sulle pagine virtuali di Shiver Webzine, per la quale ho il piacere e l'onore di recensire questo lavoro di cui leggerete a breve le mie impressioni.


Set list:

  1. Ti cambia il sapore
  2. Male di miele
  3. L'odore della giacca di mio padre
  4. Pelle
  5. Non voglio ritrovare il tuo nome
  6. Padania
  7. Bye bye Bombay

giovedì 26 maggio 2016

Qualche suggerimento e una mappa.

Turno di pomeriggio al lavoro, colazione con pane e notizie: facebook mi comunica che TUTTI I SANTI GIORNI mi proporrà il ricordo di quel che ho scritto, postato, condiviso negli anni passati, cioè dal 2008, quando mi sono iscritta, a oggi, e io, che sono una maledetta nostalgica ma ho capito che sono I RICORDI quelli che TI FOTTONO il cervello e fanno sentire viva pure una cosa che, nella realtà ATTUALE, è morta e sepolta da un pezzo, per reazione scrivo un post. Nuovo.

Se questo weekend volete vedere un film, per me è "La pazza gioia" di Paolo Virzì: commovente, emozionante, fa ridere e piangere e ci fa sentire tutti - tutti noi che fatichiamo a "integrarci", intendo - un pò Donatella e un pò Beatrice.


Se volete una mostra, c'è "War, capitalism & liberty" a Palazzo Cipolla, su via del Corso: 150 lavori di quel genio di Banksy, anche se titoli come quello de Il Tempo, "Banksy, nemico del Capitalismo", fanno ridere i polli.

Al momento, essendo stata inaugurata da due giorni, c'è il pienone ma vanno avanti fino al 4 settembre, quindi presumo ci sarà tempo e modo per visitarla senza ammazzarsi con tre ore di fila e le gomitate negli stinchi per stazionare davanti alle opere. Ricordatevi che il lunedì la mostra è chiusa. Costa 12 euro ma con le riduzioni (tocca capire quali sono) si può scendere a 8.


































Domani, venerdì 27, alle 17 me ne andrò alla Feltrinelli di Viale Libia, perchè c'è una presentazione di un libro che amo molto, "Metroromantici" dei Poeti del Trullo. Ci saranno il mitico Tommaso Piotta e Danno dei Colle der Fomento. Ci sta pure uno dei The Pills, che non ho ben capito cosa c'entri ma staremo a vedere.


La sera, a due passi da casa mia tra l'altro, quartiere San Paolo, suona gratis Giancane, chitarrista del Muro del Canto di cui vi ho parlato millemila volte. Sembra una situazione carina ma confesso che trovarmi in mezzo a un branco di regazzini che gridano: "Vecchi di merda" con la mano a cucchiara rivolta verso il palco, se all'inizio mi divertiva, adesso francamente inizia un pò a stufarmi.


Quelli di cui non mi stufo MAI sono tutti insieme i ragazzi de IL MURO DEL CANTO. Sabato e domenica suonano al teatro Vascello, a Monteverde.
Curiosa di sentire come arrivano all'orecchio e al cuore i loro brani con gli arrangiamenti orchestrali di Andrea Ruggiero, il violinista che li accompagna spessissimo nei live, vi dico che ci sono ancora biglietti, anche se pochi, per entrambe le date, e che costano 15 euro.

Finisco spiegando che c'entra LA MAPPA di cui parlo nel titolo di questo post.

Da ieri, è online la pagina che contiene i form per prenotarsi GRATIS a una o più delle tantissime iniziative che il quotidiano "La Repubblica" porta tra Maxxi e Auditorium Parco della Musica tra il 3 e il 12 giugno. Ci sono incontri di tutti i tipi e a tutte le ore, alcuni sono a prenotazione e altri no, cioè chi arriva prima entra e gli altri si attaccano.

Vale la pena dare un'occhiata a TUTTO il programma ma, per orientarsi tra le molteplici proposte, io ne segnalo qualcuna:


  • 4 giugno alle 23 incontro su Andrea Pazienza con Staino e Vincino
  • 5 giugno alle 20 Francesco De Gregori senza prenotazione (AIUTO!)... ma canterà? Io sono ancora traumatizzata da una sua vecchia presentazione in Feltrinelli, in cui non fece manco un pezzo ma solo un'intervista, tra l'altro brutta perchè lui era scojonatissimo.
  • 6 giugno alle 23 AFTERHOURS
  • 7 e 8 giugno I Cani e Calcutta, 'sta roba da gggiovani che io veramente non capisco come faccia ad avere tanto successo ma vabbè, sò vecchia io, ma magari a qualcuno che legge questo blog interessano, quindi li segnalo uguale
  • 9 giugno alle 21 Niccolò Fabi senza prenotazione (AIUTO BIS!)
  • 10 giugno alle 20 Zerocalcare e Johnny Palomba senza prenotazione (astenersi perditempo perchè ci sarà l'apocalisse, come tutte le volte che si muove il pòro Zerocalcare)
  • sempre 10 giugno, ma con prenotazione, Mario Calabresi e, soprattutto, il mitico fotografo Sebastiao Salgado
  • 10 giugno alle 23 Vasco Brondi e Massimo Zamboni (con chitarre, quindi suonano :)
Il tutto si conclude il 12 alle 22 all'Auditorium. E' vero che ci sarà di nuovo il caro Niccolò Fabi ma sarà un mischione con personaggi tipo Fedez o Sangiorgi dei Negramaro, quindi per me è "anche no".

Se qualcuno che legge gioverà di questa mia segnalazione e riuscirà a prenotarsi per qualche evento a lui gradito, mi può ringraziare con un passaggio dal Maxxi almeno fino a piazza Venezia, dove passano i notturni, per il giorno in cui ci sono Manuelone e Rodrigo degli Afterhours, imperdibili per me perchè parleranno e, spero, suoneranno, in una sala da SOLI 150 posti.
Sto provando a capire come tornare a casa senza macchina e, il giorno dopo, andare al lavoro: ce la farò? Ma tanto io lo so che se un sogno si attacca come una colla all'anima, ce la faccio, mezza morta ma ce la faccio.


martedì 10 maggio 2016

La bellezza è nuda: Niccolò Fabi e "Una somma di piccole cose".

In questi giorni, come sa chi è mio amico o pseudo-amico su fb, sono in fissa con l'uscita del disco nuovo degli Afterhours, prevista tra un mese preciso. Peccato che l'attesa si stia alimentando di raccapriccio, un pò perchè pare che Manuel Agnelli sarà uno dei giudici della nuova edizione di X-Factor, insieme a personaggi come Arisa e il tipo che ci ha frantumato i maroni per tutta l'estate scorsa cantando "El mismo sol", e un pò perchè il singolo di lancio, "Il mio popolo si fa" è brutto ma brutto forte, una di quelle robe che vengono definite abrasive, dissacranti e che invece fanno solo rizzare i peli delle braccia e no, non è emozione (da poco).

Mi ero detta "Ci scrivo un post su" ma poi ho cambiato idea.

Io voglio passare il mio tempo libero - e questo blog ne è una parte - non a criticare e a spargere veleno ma a fare, vedere, parlare, scrivere di ciò che amo, di ciò che mi nutre, che mi fa stare bene, a condividere ciò che mi fa sentire meno sola e in questo momento, a livello musicale, il lavoro che più di tutti mi sta dando una mano in questo è UNA SOMMA DI PICCOLE COSE, il disco che NICCOLO' FABI ha fatto uscire per Universal circa tre settimane fa.

Io non sono una fan di lungo corso di Niccolò Fabi. Senza averlo mai ascoltato veramente, troppo occupata a fare la parte di quella perennemente incazzata, quella che deve urlare, che si deve sfogare, l'ho considerato per anni uno di quei cantautori carini ma "mosci".

Poi, in un agosto di qualche anno fa, lo vidi in un concerto sul lungomare di Vasto e, da allora, non l'ho mai lasciato. Altro che moscio: Niccolò Fabi è tostissimo, ha la forza di uno che ha fatto un percorso PAZZESCO per essere l'uomo e l'artista che è oggi. Lui è tosto senza i chitarroni, senza gli strilli, senza il nichilismo che ho sempre apprezzato in altri artisti ma che distrugge senza costruire niente: in questo disco semplice e diretto, voce, chitarra e poco più, questa forza arriva dritta, senza strategie, e lascia il segno, fidatevi.

Ormai compro pochissimi dischi, complice l'uso di Spotify, dicendomi: "Vabbè ma tanto io investo tutto nei biglietti dei live" ma per quest'album, con tutto che è stato disponibile su Spotify fin dalla sua uscita, ho fatto un'eccezione quindi cari musicisti, che dite che la musica non si vende più perchè esistono le piattaforme di streaming gratuito, fatevi un bell'esame di coscienza prima di sparare cazzate.



Io il disco l'ho comprato anche se potevo ascoltarlo senza pagare e l'ho pure pagato a prezzo pieno: è il primo album di Fabi che acquisto ed è stato il mio modo per dirgli GRAZIE della compagnia che mi fa, delle tante lacrime che i suoi testi mi fanno versare e che mi asciugano, del suo aiutarmi a credere DAVVERO che, come canta Carmen Consoli in "Guarda l'alba", "Persino il dolore più atroce si addomestica", anche se la persona che ci manca, su quel divano blu, si siede ormai solo nella nostra fantasia e nei nostri ricordi.



Niccolò Fabi, che ha 8 album all'attivo e 19 anni di carriera, con questo disco è arrivato per la prima volta PRIMO IN CLASSIFICA ed io sono felice, veramente, di aver contribuito a questo traguardo e non per moda, perchè SI DEVE DIRE che questo disco è bello, ma perchè lo sto amando veramente, lo sto ascoltando e riascoltando come da tempo non mi capitava con un album per intero.

Nella presentazione che ha fatto in Feltrinelli il giorno dell'uscita del disco, il 22 aprile, ha raccontato di aver sentito che era sul serio riuscito ad entrare nel cuore di tanta  gente quando l'anno scorso, all'Arena di Verona, dopo l'esecuzione in sequenza di Solo un uomo e di Costruire, tutto il pubblico, spontaneo, senza finte televisive perchè la tv non c'era, si era alzato in piedi e aveva battuto le mani a lungo, fortissimo. Io c'ero e se ci ripenso ancora mi emoziono... io, figuriamoci lui :)

Delle bellissime soddisfazioni, dei sogni addirittura, si possono realizzare anche quando sembra che la parte migliore della vita sia già alle spalle: vi garantisco che a 42 anni, quando da bambina mi ero immaginata completamente diversa la me stessa adulta, io ho MOLTO bisogno di crederci ancora, credere ancora, per esempio, che esista l'amore maturo, quello che ti mette "una mano sugli occhi prima del sonno". Io l'ho desiderato tanto, per anni, ed è arrivato solo per una stagione che poi è finita. Tante volte ho paura che non torni più, che sia tardi, troppo tardi, ma forse, chissà, "è solo un piatto di spine" e prima o poi arriveranno anche le rose.





mercoledì 20 aprile 2016

"Arriverà un ciclone e, forse, ci lascerà stare": appuntamenti dal 21 al 25 aprile (Medea permettendo)

Si avvicina a grandi passi uno splendido weekend di svacco lungo per molti lavoratori, visto che il 25 aprile - festa della Liberazione - quest'anno capita di lunedì ma, purtroppo, le previsioni del tempo parlano dell'arrivo del ciclone Medea, tragico nome che speriamo non funesti le tante iniziative all'aperto che in questi giorni popoleranno Roma.
Io, nel dubbio, incrocio le dita e propongo.

Domani, giovedì 21, è il compleanno della nostra città "grande come la bellezza, 'na madre premurosa che te mena e t'accarezza", come recita Alessandro Pieravanti nel finale di "7 vizi capitale" del Piotta e segnalo due iniziative.



La prima coinvolge proprio il simpatico e bravo Alessandro che, con Eric Caldironi - come lui membro del Muro del Canto -, Giulia Anania e Michele Botrugno, parteciperà in un locale al Pigneto, Dar Ciriola (posto che fa panini con nomi tipo "er trucido" :) ad una serata ad ingresso gratuito che festeggia Roma attraverso il ricordo di uno dei suoi figli: Franco Califano.

A me, per una di quelle coincidenze che ti dicono proprio che il caso non esiste perchè prima o poi tutto torna. un parallelismo tra il Califfo e il Muro del Canto era venuto in mente fin dalla prima volta, due anni e mezzo fa, in cui avevo sentito il Muro dal vivo ed ero rimasta folgorata.

In seguito, degli amici mi hanno fatto conoscere un giovane cantautore romano, Emilio Stella, che in una serata ha suonato una bellissima cover di Califano, "Io non piango", canzone che non avevo mai sentito. Quando, ascoltandola, mi son venute le lacrime agli occhi (io piango... e pure forte), ho capito che forse anche a Califano dovevo dare una chance di emozionarmi.


Se la serata califanesca non fa per voi, domani ci sono gli ingressi gratis - credo per tutti, non solo per i residenti a Roma, ma non riesco a trovare info certe a riguardo - in una serie di musei.

Se potete, andate al Museo Intrastevere: di mattina o di pomeriggio, il quartiere ha un fascino più autentico e meno turistico e, fino al 24 aprile, ospita una mostra davvero molto bella e ricca sul romanzo a fumetti in Italia, imperdibile se, come me, fin da bambinetti divoravate Giornalino e Corriere dei Piccoli.



Venerdì 22, Niccolò Fabi, di cui più e più volte ho parlato benissimo in questo blog, alle 18 presenterà alla Feltrinelli di Furio Camillo il suo disco nuovo, che esce proprio in quel giorno e che si intitola "Una somma di piccole cose".
Probabilmente ci sarà davvero tanta gente ma, ricordando con quanta generosità, qualche anno fa, Fabi aveva suonato alla presentazione del suo scorso lavoro alla ei fu Fnac di Porta di Roma, dove aveva dato vita ad un vero e proprio mini-live, io credo che valga assolutamente la pena di esserci.



La sera di venerdì, per chi ja regge, tre opzioni:

  • Giovanni Lindo Ferretti (sempre una garanzia di incontrare un pezzo di storia) @Orion a Ciampino 

  • Ilenia Volpe @Init, in via Stazione Tuscolana. Ilenia ha fatto uscire da poco il suo secondo disco, "Mondo al contrario", che però non ho ancora sentito. a parte il singolo che lo ha annunciato, "Maledetta bellezza", che ha dentro di sè qualcosa di talmente doloroso che mi ha ricordato le canzoni di Mia Martini (tra l'altro, sto leggendo la biografia della Bertè, che nomina la sorella una pagina sì e l'altra pure, quindi sto in fissa). Ho lasciato perdere l'ascolto, per ora, perchè mi faceva star troppo male, racconta un sentimento troppo intenso per me in questo momento, però se avete bisogno di svegliarvi da un periodo "anestetizzato", sicuramente va bene.
  • Lato B @Cae. Definirlo un progetto di cover di Battisti sarebbe, penso, parecchio riduttivo, visto che raggruppa musicisti di livello (uno per tutti: Dario Ciffo, per anni mitico violinista degli Afterhours prima dell'entrata di Rodrigo D'Erasmo). Se il meteo, grande incognita dei prossimi giorni, regge, potrebbe essere una serata davvero piacevole, tanto più perchè è gratis.


Di gratis, alla Città dell'Altra Economia, ci sono pure i concerti dei giorni a seguire, Giancane sabato 23 e l'imperdibile Muro del Canto domenica 24: loro, la dose mensile di live, non ce la fanno mancare, lo sanno che noi appassionati della loro musica e della loro energia andiamo a ròta facilmente :)



Il 25, concerto di 99 Posse e Banda Bassotti al Villagio Globale, con ingresso a sottoscrizione a 6 euro (si vede che l'inflazione galoppa).

Il giorno, i gruppi, il posto: non avessi il calendario davanti, giuro che penserei di essere ancora nel '96.