domenica 8 luglio 2018

A quelli che scrivono "Parteciperò" su Facebook e a quelli che partecipano veramente.

Oggi vi voglio raccontare una storia.


E' la storia di una bambina che, da piccolissima, si diceva camminasse tranquillamente da sola al buio per casa e non creasse mai problemi per dormire per conto suo in cameretta, anche quando ai suoi fratelli veniva concesso il lettone o qualche coccola in più.
Crescendo, forse perché una serie di figure importanti per lei le diceva di continuo: "Attenzione, non correre, non sudare, non ti sporcare, non ti allontanare, saluta ma non dare confidenza agli sconosciuti" e via di divieto in divieto, diventò paurosa di tutto, tanto che imparò ad andare in altalena senza temere di cadere solo all'età di nove anni, in terza elementare, quando la maestra - rompendo quello schema di adulti forgiadivieti - le disse: "E' bellissimo, prova, non aver paura perché ci sono io a non farti cadere... e se anche dovessi cadere, vedi, è basso, non ti farai nulla".
Crescendo, diventando ragazza e poi donna, piano piano capì che quelle paure che l'avevano tanto protetta in realtà non la facevano vivere, le toglievano l'ossigeno e la facevano sentire perennemente inadeguata, insieme al fatto che non aveva mai dato DIGNITA' alle sue passioni, alle cose che la incuriosivano, che la facevano SENTIRE VIVA. Le aveva sminuite, si era vergognata, si era detta: "Son cose da ragazzini ed io non sono più una ragazzina".
Facendosi un gran culo, avendo l'umiltà di farsi aiutare quando aveva capito che da sola non ce l'avrebbe mai fatta, si ricostruì pezzo a pezzo, cercando parti nuove e recuperando parti vecchie e impolverate, proprio come uno di quei casali in campagna che solo un occhio attento e con le giuste risorse sa vedere come un buon investimento.
Seguì il consiglio di Caparezza in un pezzo di "Prisoner 709": "Devi fare ciò che ti fa stare bene"... e pazienza se qualcuno non è convinto che le cose che fai siano GIUSTE. Sono giuste PER TE.



Continuò ad avere le sue paure: di nuotare, di guidare, che ogni uomo nuovo che incontrava le spezzasse il cuore ma, grazie a quelle passioni che un tempo aveva temuto come "stupide, da ragazzini", iniziò a fare un sacco di cose bellissime, a viaggiare, a prendere coraggio e dire "Lo voglio, lo faccio".

Tutto questo luuuungo preambolo per dire che quest'anno, dopo i quattro giorni dall'I-Days, parto, completamente da sola, per altri quattro giorni. Le mie vacanze, quest'anno, sono queste.
Ho programmi musicali praticamente fino a marzo dell'anno prossimo, per quando, in una botta di ottimismo e incoscienza, ho preso il biglietto per andare a sentire Florence+The Machine - la rossa dea musicale che m'ha rubato il cuore dopo Tori Amos - alla Unipol Arena di Bologna, ma ADESSO c'è altro, accuratamente programmato, preparato e, soprattutto, DESIDERATO.
In un mini-tour toscano che - ho scoperto - mi porterà a passare millemila ore sui mezzi, vista la soppressione di un sacco di collegamenti regionali su cui avevo fatto affidamento, farò una tappa del Pistoia Blues Festival, quella dove suona MARK LANEGAN, e una del Lucca Summer Festival, dove a salire sul palco sarà NICK CAVE.

Non ho scelto due artisti a caso ma due che hanno conosciuto l'inferno della loro parte nera ma hanno saputo raccontarlo. E risorgere. E sono ancora qui a cantare.