martedì 15 dicembre 2015

"Come quando ero bambino, come quando ero sereno": la mia letterina natalizia.

Da bambina, io non scrivevo la letterina a Babbo Natale, no.

Io la scrivevo a Gesù Bambino perchè i miei genitori avevano spiegato a me e ai miei fratelli che Babbo Natale non esisteva, era un simbolo del Natale pagano e consumistico, mentre Gesù Bambino sì, lui era vero. I miei negli anni '70 - '80 erano no global prima che ci fossero i no global, dei "christian no global", praticamente.
Scrivevamo 'sta lettera a Gesù Bambino elencandogli i giocattoli che volevamo e, insieme, tutte le cose buone che avevamo fatto durante l'anno, con svariate promesse di ulteriori miglioramenti.
La cosa incredibile è che Gesù Bambino ci rispondeva (true story: uno dei miei fratelli credo conservi ancora qualcuna di quelle lettere), facendoci il cazziatone perchè sapeva che, in realtà, tanto buoni  e bravi non eravamo stati ma siccome lui era infinitamente misericordioso e ci perdonava, i giocattoli ce li portava lo stesso. Gesù Bambino, insomma, mi voleva bene, anche se mi metteva un pelino d'ansia.

Sono passati decenni da quelle letterine e a me piacerebbe ancora credere che, se mi impegno, arriveranno i regali che voglio. Nel frattempo, però, credo che un bel modo di arrivare ai giorni delle feste non sia chiedere ma RINGRAZIARE perchè, se uno si ferma a pensarci, ogni anno, anche il più merdos tremendo, ha almeno un bel ricordo da lasciarci.

A me questo 2015 ha dato tanto: ancora non ho realizzato i grandi desideri maturati negli ultimi anni, nemmeno uno... ma molti, più piccoli, sì ed ecco allora che il mio post-letterina nasce per condividere con chi mi legge qualcosa di bello che ho vissuto o scoperto nell'anno che sta per chiudersi.

Condivido il ricordo di un disco, di un libro, di un film ma soprattutto di tre concerti. Coi concerti è stato difficile scegliere. Come una volta ha detto il mio amico Dario, io assisto a più concerti in un anno di quanti la maggior parte della gente ne vedrà nella vita. Dovendone selezionare solo alcuni, ne ho scelti tre veramente speciali.

  • Il disco:
L'ABITUDINE DI TORNARE di Carmen Consoli.


E' iniziato con lei, il mio anno, visto che il disco è uscito a gennaio 2015. E' un album che non mi stanco di ascoltare, in particolare la gemma "Ottobre", che mi commuove sempre e che non vedo l'ora di risentire dal vivo.
Il suo verso "piuttosto che il limbo, avrei scelto l'inferno/fosse stato il prezzo della libertà" è uno di quelli che restano nel cuore, specie per chi il prezzo di quella libertà lo conosce molto bene.


  • Il libro:
IL PORTO PROIBITO di Teresa Radice e Stefano Turconi.


Si tratta di un fumetto, una graphic novel. L'ho comprato nel periodo in cui la Bao, che è la casa editrice che lo pubblica, ha messo in sconto tutti i suoi titoli.
Ci sono bei personaggi disegnati con un tratto elegante, c'è mistero, c'è una storia che si ha voglia di scoprire come va a finire, c'è l'Irlanda. Mi ha ricordato i tempi in cui, da bambina, chiedevo in regalo i libri a fumetti della Fabbri Editore.



  • Il film:
THE LOBSTER di Yorgos Lanthimos.



Un film STRE.PI.TO.SO. a partire dalla locandina. L'ho visto quest'autunno quando era uscito da pochissimo e, da allora, ho letto giudizi di tutti i tipi su questa pellicola, che vanno dal capolavoro alla boiata pazzesca. Io l'ho amato moltissimo: è sorprendente, surreale, pieno di humor nero. La scena in cui i due protagonisti si stanno esercitando a fingere di amarsi mentre in realtà si amano davvero, anche se ancora non lo sanno, e partono le note di "Where the wild roses grow" di Nick Cave, vale da sola la visione del film.


  • I tre concerti:
TIZIANO FERRO all'Olimpico (Roma)

Tizianone... se solo ci ripenso, ancora sorrido. Ripenso a quel palco strepitoso, all'acustica perfetta dal punto in cui eravamo, a quanta compagnia mi ha fatto la musica di Tiziano in questi anni, a quanto mi ha aiutata a sentire che non sono un'extra-terrestre ma c'è qualcuno che è come me, solo che magari non ci conosciamo... ripenso che durante il concerto ho riso e ho pianto come se avessi 13 anni, ricordo che avevo la faccia rigata di lacrime quando ha cantato "Scivoli di nuovo", specie quando arriva quella parte che dice "la casa, l'intera giornata, il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro, più vicino a te stesso ma non basta... non basta mai..." eppure ero felicissima. Ero felicissima perchè non ero sola.



I KASABIAN allo Sziget (Budapest)

Sicuramente il viaggio a Budapest e lo Sziget sono uno dei ricordi più felici dell'intero anno. Era una vita che volevo partecipare ad un festival musicale. E ce l'ho fatta. Quarantenne in mezzo ad una marea di ragazzini ma ce l'ho fatta. La polvere, la stanchezza, il sudore sono solo contorno ad una gioia ed un senso di libertà, di pensare "sono dove voglio essere", che hanno colorato tutta la mia estate.



DAVE GAHAN e i SOULSAVERS al Fabrique (Milano)

Tante volte penso alla bambina e all'adolescente che sono stata e penso di avere deluso quelle due piccolette toste e ambiziose. La me dodicenne che scopriva "Music for the masses" dei Depeche Mode su una cassetta prestata dalla sorella maggiore della compagna di banco e che, da allora, non li mollava più, a sapermi in terza-quarta fila davanti a Dave Gahan mi avrebbe trovata però fighissima :)



Come cantava Morgan prima di X-Factor e dei vari deliri: "Se voglio che si avveri il sogno che ho fatto da bambino mi devo stare vicino, fin troppo", quindi caro Gesù Bambino abbi pazienza se non sarò mai perfetta come volevi tu... accontentati del fatto che io possa finalmente diventare la me stessa che ho sognato da piccola.