lunedì 7 maggio 2018

Due o tre cose che ora so su Berlino (28 aprile-1°maggio 2018)

Una volta, in un lontano viaggio in autobus, di quelli che durano tre e più ore, incontrai un tizio che aveva voglia di chiacchierare e di ascoltare. Non so come, finimmo a parlare dei miei genitori e del fatto che vivere sempre nella stessa realtà renda "chiusi". Lui mi disse: "Beh, in fondo anche tu hai vissuto solo a Roma, oltre che nel tuo paesello d'origine" (a me aveva raccontato di aver vissuto in svariati posti del mondo).

                                           Touché!

Ho ripensato a lui, nel mio mini-viaggio a Berlino, e mi son chiesta quanto, nella vita, ci permettiamo di osare per scoprire qual è il posto del mondo a cui apparteniamo DAVVERO.
Dico questo perché Berlino mi ha colpito davvero tanto: mi hanno colpito il suo ordine, la sua pulizia,  le sue trenta (TRENTA, a Roma sò 3) linee di metro, i suoi ettari ed ettari di verde tenuti benissimo. Mi hanno colpito il rispetto delle regole, i chilometri di pista ciclabile, il fatto che tutti - grandi e piccoli - parlino benissimo inglese e si sforzino di capirti e farsi capire, il fatto che venga considerata una delle città più sicure al mondo per una donna che voglia viaggiare da sola. A Roma abbiamo ricominciato a fare le foto ai cassonetti stracolmi (forse, in verità, non abbiamo mai smesso) ed io soffro. Soffro per la sporcizia, per il pressappochismo, per quel "volemose bene", quel "magna tranquillo" che ci hanno portato a far diventare molte città italiane, la Capitale in primis, un unico, grande troiaio.
Ma torniamo a Berlino.
Un amico mi ha chiesto quali sono le tre imperdibili attrazioni da non mancare in città.
A me sono rimaste molte curiosità aperte, specie perché il tipo (un ragazzo italiano che vive a Berlino da 8 anni) che avevo contattato attraverso la pagina Berlino cacio e pepe a cui mi ero affidata per un tour guidato - che io avevo chiesto fosse incentrato prevalentemente sulla street-art - mi ha fottuto "italian-style" facendomi vedere più che altro cose che era lui in grado di illustrarmi, evidentemente, e di murales e graffiti ben poco (ho scoperto solo dopo che a Berlino c'è un lavoro di Borondo ed io, che ADORO Borondo, non l'ho visto... vi rendete conto di che sòla pazzesca è questa???)

Murales di Borondo a Berlino, foto presa dall'Huffington Post

Per fortuna, col tipo "cacio&pepe" son riuscita per lo meno a vedere il murales che Blu, altro artista magnifico, ha realizzato a Kreuzberg, quartiere alternativo di Berlino che sicuramente merita una visita. Il lavoro si chiama "Leviathan", come il mostro biblico e come l'incarnazione del potere totalitario secondo Hobbes (grazie wikipedia, tanto ormai dei miei studi classici è rimasto solo un ricordo lontano) , ed è un uomo gigante formato di omini piccoli di cui si nutre.

Foto presa da Tripadvisor (a 'sto giro mi son venute tutte particolarmente brutte)


Gianluca "cacio&pepe", in realtà, ci ha pure portato a vedere il punto in cui sorgevano i due murales che Blu ha cancellato nel 2014, dopo aver scoperto che l'area semi-abbandonata in cui li aveva realizzati era oggetto di una forte speculazione edilizia. Ho cercato le foto pre-cancellazione: in uno dei due c'è un primo piano sui polsi di un uomo con due orologi d'oro legati tra loro da una catena (è evidente che Sferaebbasta non ha mai visto questo murales e, molto probabilmente, non ha la più pallida idea di chi sia Blu e quale sia il suo messaggio).

Foto da Repubblica

Ora, al posto delle due opere, ci sono due enormi pareti marroni vuote ma non completamente: su una delle due si intravede disegnato il contorno di un gigantesco DITO MEDIO... ditemi se questa non è GENIALITA'!

Imperdibile è un giro lungo la Sprea, il fiume che bagna Berlino, magari al termine della visita alla East Side Gallery, trancio di Muro di circa un chilometro e mezzo completamente istoriato di graffiti, non tutti imperdibili ma sicuramente interessanti, anche per riflettere su tutto quello che il Muro ha rappresentato negli anni in cui è rimasto in piedi a dividere Berlino est da Berlino ovest e per sentirsi per un po' nel video di "Everything Counts" degli amati Depeche Mode, interamente girato nella Berlino pre-caduta Muro, nell'83.


A proposito di Depeche Mode, gruppo da sempre dichiaratamente amante - ricambiato - di Berlino e della Germania, mi è venuto da sorridere nel vedere in una vetrina del centro commerciale Bikini Berlin una serie di articoli fetish in tutto e per tutto simili a quelli che Martin Gore indossava negli anni' 80. Evidentemente, ci sono generi anche nel settore "sexy" che non perdono estimatori al di là delle mode e del passare del tempo.



Il Bikini Berlin è molto carino perché diverso dai soliti agglomerati di negozi, sia per il tipo di acquisti che si possono fare che per la bella e grande vetrata che dà su uno scorcio del vicinissimo zoo.

Imperdibile a Berlino è una puntata, la domenica mattina, al mercatino del Mauerpark. In realtà, chiamarlo mercatino è alquanto riduttivo perché è IMMENSO. Quello che dicono le guide è vero: turisti e abitanti si mescolano tra le bancarelle che vendono di tutto, dagli oggetti da svuotacantine ad artigianato delizioso (e costoso) realizzato da artisti locali, in un'area verde che, se avete la fortuna come me di capitare in una giornata di sole, è veramente bellissima. Particolarità di questo mercato è che nello spazio verde è presente un'arena in pietra, al centro della quale si esibiscono artisti di strada veramente bravi, non i soliti scalzacani che spesso affollano le nostre metro e che pagheremmo per smettere. Si organizzano delle date di karaoke affollate da migliaia di persone e su youtube ci sono dei video che restituiscono bene l'atmosfera... come sentirsi rockstar per un giorno o anche solo per il tempo di una canzone :)
Fuori dal parco, ad esibirsi, ho incontrato i Daiana Lou, duo italiano che aveva avuto un suo momento di celebrità partecipando alla penultima edizione di X-Factor. Quando li ho visti, non avevano un'aria molto in forma... spero che, nel ritornare alla loro vecchia vita da buskers, ora siano più felici ed abbiano ritrovato quell'autenticità che non sorprende mancasse in tv.


Al mio racconto manca un momento, quello che mi ha emozionato di più: mentre ero a bordo del 100, un bus di linea che al costo di un normale biglietto ti fa fare un giro turistico che va da Alexanderplatz allo Zoo di Berlino, all'improvviso mi sono trovata di fronte alla Colonna della Vittoria. Non ci pensavo, non avevo nemmeno idea di dove fosse ma me la sono ritrovata davanti, altissima nella giornata luminosa ma col sole al tramonto, e ho ripensato ai film di Wenders, "Il cielo sopra Berlino" e "Così lontano, così vicino", in cui quella colonna è il punto di osservazione da cui gli angeli guardano gli esseri umani.

Dalla pagina Wikiwand

Splendido scatto dalla pagina Framepool & RightSmith Stock Footage

Al ritorno si era fatta sera ed ho voluto scendere dal bus per guardarla meglio e fare una cosa: cercare su youtube il video di "Stay" degli U2, in cui pure Bono viene ripreso su quella colonna, spararlo a tutto volume dal cellulare e pensare: "Chissà, forse un giorno sarò qui, sotto una luna altrettanto bella, in una serata altrettanto serena,  con qualcuno che proverà un'emozione grande come quella che sto provando io in questo momento".

"Quando il bambino era bambino
una volta si  svegliò in un letto sconosciuto
 e adesso questo gli succede sempre.
 Molte persone gli sembravano belle
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna
.............. 
A ogni monte sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta
e in ogni città sentiva nostalgia per una città ancora più grande
ed è ancora così.
Sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico 
com'è ancora oggi. 
Aveva timore davanti ad ogni estraneo 
e continua ad averlo.  
 Aspettava la prima neve e continua ad aspettarla".
Peter Handke, "Elogio dell'infanzia" (da "Il cielo sopra Berlino")