venerdì 3 novembre 2017

A volte ritorno.

Cari orfani del blog, come state?

Qualcuno avrà notato che è dal 31 luglio che non scrivo. Forse è il periodo di silenzio più lungo da quando ho avviato questo spazio. Ho ricevuto parecchie visualizzazioni, nel frattempo, ma, siccome non commenta mai nessuno, resto sempre a chiedermi se siano fake o se qualcuno davvero arrivi a questo blog, in qualche modo, e poi si diverta a curiosarci.

Non sono stata proprio ferma ferma, però, in questi lunghi mesi.
Su Shiver Webzine ho scritto report di live (Cristina Donà, Diodato & Luci della Centrale Elettrica, Afterhours a Prato, Daniele Coccia è l'ultimo) e recensioni di dischi (Mauro Ermanno Giovanardi, che ha tirato fuori un lavoro di rilettura degli anni '90 che mi è piaciuto tantissimo, oltre che la sempre amata Donà) con una frequenza che non avevo da anni.

"Non dico proprio il primo della lista ma neanche l'ultimo degli stronzi": così cantava Elio in "Fossi figo" un po' di anni fa. Ecco, io mi sento esattamente così.

Impossibile fare un riassunto di film, dischi, libri usciti in tutto questo tempo che hanno catturato la mia attenzione e che, per pigrizia, mancanza di tempo, paura di scrivere post tristi che somigliassero più a un pippone che a una condivisione, ho mancato di riportare qui sul blog.
Dico solo una cosa, però: stasera sono EMOZIONATA.
Emozionata perché domani mi sveglio all'alba ma non per andare al lavoro come al solito: prendo un treno e me ne vado a Padova, dove NICK CAVE & THE BAD SEEDS inaugurano un giro di tre date in Italia (le altre sono Milano e Roma, che però era fuori discussione perché li fanno suonare nell'ignobile Palalottomatica)
Solo una notte fuori, abbastanza per beccare il disagio di quello che si preannuncia il weekend in cui cadrà dal cielo tutta l'acqua che non è piovuta ad ottobre, ma anche luna piena e un posto in parterre acquistato con MESI di anticipo per non rischiare il prevedibile soldout.
Basta farsi un giro su youtube o sul profilo Instagram dell'artista per capire cosa succede durante questi concerti che sembrano, più che altro, dei riti sciamanici.
Non so cosa aspettarmi ma so che sarà bello.
Nerds Attack, sito numero uno, per me, per originalità dei suoi live report, ha pubblicato oggi un racconto della data di Lubiana che mi ha fatto veramente brillare gli occhi.

Il manifesto del tour già ci dice qualcosa su come andrà.

"Jubilee Street" è, credo, l'ultima canzone che ho ascoltato con l'ultima persona di cui sono stata innamorata, che mi disse: "Fammi ascoltare qualcosa di bello, scegli tu". Non ho mai saputo se gli fosse piaciuta... chissà se domani la suonano...


Mi piace pensare che domani circolerà un sacco di buona energia musicale in Italia, visto che c'è un altro pienone in giro, oltre a quello di Cave: i Queens of the Stone Age a Bologna, uno di quei gruppi pazzeschi dal vivo, che ancora mi chiedo come è possibile che io me li sia dovuti andare a vedere da sola, quando suonarono tre anni fa al Rock in Roma.


Mentre, quindi, ci si butta nel pieno della stagione dei concerti al chiuso, iniziano ad uscire le date che ci faranno sanguinare il portafogli in estate, tipo gli A Perfect Circle al Castello Scaligero di Villafranca di Verona domenica primo luglio (il singolo nuovo, "The doomed", è una bomba).



Tutto bellissimo, quindi? No.

Da queste parti non si fa la vita della vispa Teresa, anche se la considerazione che si ha di persone come me generalmente oscilla tra quelli che ti vedono una poveraccia e quelli che ti pensano come una assoluta privilegiata.

Situazione sentimentale: Malgioglio (grazie alla pagina fb Boom. Friendzoned che ha fornito questa perla e relativa didascalia).

Ci sono stati - e ci sono ancora - dei momenti parecchio duri, di quelli in cui fai i conti con una vita che, per molti aspetti, ti sembra solo un grosso fallimento e ti porta a chiederti il senso dello stare al mondo in mezzo a situazioni e persone capaci di meraviglia ma anche di toccare apici di schifo incredibili.
Le mie passioni mi hanno aiutato - e mi aiutano - tantissimo quando mi impantano nelle paludi della tristezza peggio del cavallo di Atreju ne "La storia infinita": in particolare, ho pensato e ripensato ad un docu-film, "IL SALE DELLA TERRA", che, nel 2014, Wim Wenders dedicò al fotografo brasiliano SEBASTIAO SALGADO, che, dopo aver fotografato e documentato di tutto, incluso il genocidio in Rwanda e Burundi, decise che l'essere umano era spregevole e non aveva più la forza di vivere. Che cosa lo salvò? Ritagliatevi due ore tranquille nella vostra vita e guardate il documentario per saperlo. Io l'ho trovato MERAVIGLIOSO e VERO, senza quei buonismi e quella retorica che mi fanno venir voglia di diventare cattivissima.



Per un curioso caso della vita, le foto di Salgado sono in mostra, in questo periodo, a Napoli, al PAN, e a Milano, presso la Fondazione Forma.
Come canta la Bandabardò, "se la terra mi chiama non posso restare chiusa tra quattro mura e ho premura di vivere", quindi sapete già quali sono le città in cui ci potremmo incontrare prossimamente.

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