sabato 23 luglio 2016

Un frullato di emozioni (non tutte facili da gestire): Niccolò Fabi @Villa Ada, 22/07/2016

Ho scritto per mezz'ora, su questo concerto, e poi ho cancellato tutto. Troppe emozioni, alcune troppo forti, troppo difficili da gestire. Per un concerto? Sì, per un concerto. Perché dentro c'era molto di più che una manciata di canzoni.

C'era la storia di Lorenzo Amurri, che ha lasciato la sua vita terrena pochi giorni fa, poco più grande di me di età, e della cui vicenda ASSURDA mi ero incuriosita proprio perché lo avevo visto anni fa sul palco con Fabi, tra l'altro in un festival organizzato da Manuel Agnelli, perché niente e a caso e tutto torna, anche quando non capiamo come, quando e perché.



A lui, ieri, a "Lollo", in un sussurro, Niccolò Fabi ha dedicato "Facciamo finta".

C'era la colonia della Casa di Pulcinella Claudio De Santis, oggi in partenza; c'era Luca che mi portava a Villa Ada a vedere gli scoiattoli e a fare pace quando litigavamo.
Da quasi tre anni di tempo terrestre, Luca chissà dov'è... adesso si starà facendo due risate con Lorenzo Amurri, da qualche parte dove io non lo posso vedere, ma quando sono a Villa Ada lo sento sempre, fortissimo, ed ho paura di quanto è forte quella sensazione, specialmente se ascolto una canzone come "Una mano sugli occhi" e arriva quel pezzo che fa "e ancora adesso stringiamo i pugni e non ce ne andiamo da qui" quando invece io so che le persone se ne vanno, eccome.

C'era Fabi che chiama sul palco Roberto Angelini per suonare "Attesa e inaspettata", perché quando devi attaccare quella che definisci "la più importante canzone della mia vita", che a posteriori chissà quante volte hai considerato una profezia, hai bisogno di un amico che ti stia accanto.

foto dell'amica Silbiasan @Instagram

"Lasciarsi un giorno a Roma", "Costruire", "Il negozio di antiquariato", "Ecco", "Solo un uomo", "Offeso"... in ordine sparso, le perle del repertorio "fabiano" c'erano tutte, per due ore di concerto ad alta intensità emotiva, in una cornice che più bella non poteva essere.

foto-capolavoro del sempre inarrivabile Simone Cecchetti.

Stasera, altro giro altra corsa e, per celebrare la fine di queste mie ferie in città piene zeppe di musica, vado alla Casa del Jazz, altro posto meraviglioso, a sentire un'altra artista che, a livello di bellezza, regala sempre tantissimo, Cristina Donà, che, nello spettacolo "Amore che vieni, amore che vai", dà voce e vita alle figure femminili presenti nelle canzoni di De Andrè.

Dopo questa, però, promettetemi che, per riequilibrare, mi porterete ad una serata di cover di Raffaella Carrà.






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