domenica 13 settembre 2020

Creo gli anticorpi contro i cattivi penseri: prima giornata del festival "La mia generazione"(Ancona, 12/09/2020)

 L'avrei voluta un po' diversa, questa fine di sabato in trasferta ad Ancona. Il commento di più di un amico é stato: "Ma che ci vai a fare ad Ancona? Ad Ancona non c'è NIENTE". A ben guardare, invece, ad Ancona qualcosa c'é, per lo meno nel weekend tra la giornata ormai finita e quella che sta per iniziare: il festival "La mia generazione", che si svolge qui da tre anni e di cui é direttore artistico Mauro Ermanno Giovanardi, ex La Crus che proprio tre anni fa avviò un progetto di riscoperta degli anni '90 musicali più belli in Italia, quelli, per intenderci, del suo vecchio gruppo ma anche di Afterhours, Marlene Kuntz, Scisma, Subsonica... insomma, la MIA  generazione, per davvero. 

Dico che avrei voluto una conclusione di giornata diversa perché alla Mole, dove si é svolta l'intera giornata di oggi, si sta tenendo un dj set con Carlo Chicco, un tipo che non conosco ma che amo a prescindere perché sulla sua pagina professionale ha diecimila foto con tutti artisti che mi piacciono ma almeno mille di quelle foto sono con Manuel Agnelli ❤️ Io, però, sono partita sola e sfatiamo un mito: se parti sola, sola resti e sola torni. Sono una donna emancipata ma ancora non abbastanza per andare senza nessuno in un posto dove, presumibilmente, si muoverà il culo. Un amico mi ha detto che é perché siamo in Italia, all'estero si fa amicizia più facilmente, ma secondo me mi voleva consolare del fatto che, evidentemente, nonostante le mie buone intenzioni, vado in giro con l'aria incazzata da rottweiler e le persone si intimidiscono. Eccomi allora a scrivere seduta sul letto del b&b, con l'ipad sulle ginocchia e, a fianco, la carta di una merendina trafugata dal buffet della colazione, per integrare la mia cena composta da un vodka lemon e una caramella all'arancia, perché si sa che gli agrumi fanno bene. Stamattina dovevo scendere dal treno e andare di buon passo in Mole a sentire Cristiano Godano dei Marlene, primo ospite della giornata, ma Trenitalia non si smentisce mai quanto a rotture de cojoni e mi ha fatto arrivare talmente in ritardo ad Ancona che non mi hanno fatta entrare all'evento. Lo stesso guardiano che mi ha impedito l'accesso la mattina, a pomeriggio é diventato il mio migliore amico e per l'occasione ha rispolverato pure i ricordi di quando faceva il militare a Roma. Devo avergli fatto tenerezza, visto che per il talk con Vasco Brondi mi sono presentata in Mole PER PRIMA, roba che manco la madre di Vasco Brondi quando il figlio ha fatto la sua prima recita all'asilo😅 La sala scelta per gli incontri del pomeriggio, posta alla fine della mostra delle foto di Letizia Battaglia, che visiterò domani, era un misto tra il claustrofobico e l'intimo ma - come sa chi ha ricevuto i miei imperdibili audio whatzapp - con un'acustica da paura. 

Voi direte: "Che c'entrano Vasco Brondi e Francesco Motta (secondo incontro del pomeriggio) - che son giovani - con la generazione di Giovanardi, che sta sui 50?" Allora, a parte che Brondi ha finalmente ammesso quello che io ho sempre saputo, cioè che si sente più vicino a chi aveva vent'anni nei '90 che ai suoi coetanei, nelle dichiarate intenzioni del direttore artistico c'è  quella di non creare un festival di dinosauri ma di generazioni diverse che dialogano su una comune idea di musica e di bellezza. Brondi e Motta, che non mi stanco mai di ripetere son gli UNICI artisti intorno ai trent'anni che hanno rubato il mio cuore e orecchio di tardona, son stati entrambi magnifici. Tre pezzi ciascuno, più preciso Motta nei suoi ma Vasco sempre emozionantissimo non solo quando fa musica ma anche quando parla, anche perché in grado di appassionarsi e di appassionare su decine di argomenti. Mi ha dato pure una buona dritta per una futura trasferta se evitiamo un nuovo lockdown: andare a visitare Correggio, dove é stata ricostruita la biblioteca di Pier Vittorio Tondelli, scrittore da me (e non solo da me) amatissimo. 



In serata, due concerti veri e propri nello spazio all'aperto al centro della Mole: Lucio Corsi, cantautore giovanissimo (classe 1994, io all'epoca già andavo all'università) che riascolteró volentieri, con un'ottima fan base, un look pazzesco, grande padronanza del palco e canzoni per niente banali. Con la sua band ha eseguito una cover molto bella di "Buffalo Bill" di Francesco De Gregori e mai come stasera mi son ritrovata a riflettere su quel bufalo capace di lasciare la strada segnata, cosa che non é capace di fare la locomotiva.


Hanno chiuso i Perurbazione, band onesta ma che non ho più sentito il bisogno di riascoltare da quando, con una formazione in parte diversa, parteciparono a Sanremo nel 2014. 


Domani tocca a Ghemon, che chiuderà, a Brunori SAS e, soprattutto, all'Artista che più di tutti mi ha invogliata a questa trasferta solitaria: Vinicio Capossela. Spesso, quando ha suonato Vinicio ed io sono andata a sentirlo, si é attivata un'energia "facilitatrice" di imprese ai confini col magico. Chissà se succederà anche stavolta, c'é proprio bisogno di un po' di magia. 


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