domenica 18 marzo 2018

Le mostre - quelle belle.

E' un periodo in cui sono in fissa con le mostre, con le quali diversifico la mia consueta attività da tempo libero da "concertara" (sarà la vecchiaia?)
La scelta non manca, a Roma e fuori: il 2018 sembra essere davvero un grande anno, da questo punto di vista!

Per esempio, cercando info sulla mostra "Io, Dalì", in corso al PAN - Palazzo delle Arti di Napoli, mi sono imbattuta in una iniziativa davvero encomiabile: la "giornata della disconnessione" (anche se capisco che, detto da un blog online, fa abbastanza ridere). A Napoli, si sono inventati che il primo giorno di primavera, mercoledì 21 marzo, sarà anche la giornata senza internet. Chi deciderà di spegnere pc e smartphone e andarsene in giro a vedere e fare DAL VERO, verrà premiato, per esempio con l'ingresso alla mostra su Dalì a cinque euro invece che a dieci.


Ultimamente, sono stata a Milano e ho visitato due mostre che mi sento di consigliare.


La prima è quella su Frida Kahlo, che, come sa chi mi legge e/o mi conosce di persona, per me è nu piezz 'e core.

Nonostante, da quando è scoppiata la mia grande passione per questa artista, abbia letto e visto tantissimo materiale su di lei, questa mostra rappresenta comunque una chicca, con foto e dipinti che io, tra Roma, Genova e Bologna, ancora non avevo mai visto, tipo tante sue foto da bambina, il carteggio con l'amata nipote, una specie di ex-voto che aveva donato a Diego Rivera, suo grande amore, in cui i loro volti divisi a metà vanno a comporne uno unico, ed il "Ritratto di Luther Burbank", un orticoltore a cui Frida aveva voluto rendere omaggio creando un ritratto allo stesso tempo macabro e vitalissimo, in cui la pianta e l'uomo traggono linfa vitale dal cadavere dell'uomo stesso.



Questa mostra è introdotta da una bellissima animazione che nasce dalla graphic novel di Vanna Vinci "Frida, operetta amorale a fumetti", un libro splendido in cui Frida e la morte dialogano fino all'incontro finale.



Un'altra chicca di questa esposizione è la sala dedicata a Frida e Diego Rivera, dove si viene accolti dalle note della canzone di Brunori SAS "Diego e io" e si fa fatica a trattenere le lacrime, perché un grande amore doloroso (o forse più di uno) ce lo abbiamo o ce lo abbiamo avuto tutti e, a un certo punto, l'emozione diventa talmente grande che uno ha bisogno di allontanarsi per decomprimersi.


Se proprio dovessi muovere un appunto a questa mostra, direi che quell' "Oltre il mito" che sta nel titolo della mostra stessa è stato, per me, un pochino disatteso, nel senso che, a mio parere, andare oltre il mito di Frida significa non dipingerla solo come una creatura fragile e sfortunata dotata di un grande talento ma anche come una donna forte, volitiva e che, al di là delle innegabili sfighe di cui la vita l'ha ricoperta prima di finire a 47 anni, si è pure parecchio divertita, per esempio con la ricercatezza della sua immagine, con tanti amanti etero e lesbo (non era solo Diego quello che si toglieva gli sfizi) e con il riconoscimento della sua bravura e del suo fascino fuori dalle righe in tanti ambienti blasonati.

Spero di avervi incuriositi con le mie parole... se sì, avete tempo fino al tre di giugno. Non fatevi spaventare dai prezzi non popolarissimi: questa mostra vale tutti i soldi che spenderete e, se avete tessere tipo quella della Rinascente, presentandole in cassa potrete anche godere di qualche sconto. Si è parlato di file allucinanti: io ci sono andata un venerdì mattina ed ho potuto fruire della mostra con un numero di persone assolutamente gestibile, anche se non stento a credere che nel weekend si possa raggiungere anche l'ora e mezza di coda che alcuni cordoli appoggiati in biglietteria segnalavano.

Un'altra mostra visitata nei miei giorni milanesi è stata "Revolution", carrellata attraverso musica, usi e costumi che traghettarono gli anni '60 nei '70, presso un bellissimo spazio contemporaneo, la Fabbrica del Vapore, che si trova poco distante dal Cimitero Monumentale.


La mostra viene dal Victoria & Albert Museum di Londra, come "David Bowie is" che vidi a Bologna. Siamo lontani da quei livelli di perfezione ma è comunque una mostra gradevole (anche qui dotatevi di tessere da squadernare in cassa per risparmiare qualche soldino sul prezzo pieno).
L'audioguida che vi daranno non è una vera e propria guida ma, piuttosto, una colonna sonora (i curatori si sono divertiti a realizzare una bella playlist a tema su Spotify e Youtube) che vi farà compagnia nei vari ambienti, fino alla sorprendente sala finale, di cui non vi svelo nulla ma che vale l'eventuale attesa per entrare.
Il pezzo forte sono i tantissimi vinili esposti alle pareti, provenienti dalla collezione del leggendario dj inglese John Peel: guardandoli, ci si accorge di come la maggior parte di quei dischi siano entrati nella storia, tanto da essere conosciuti e ascoltati ancora oggi, a cinquant'anni di distanza e più. Forse davvero, di quel periodo di utopie e di grandi ideali, una delle (poche) cose rimaste è la musica...

I miei prossimi obiettivi-mostra sono ASSOLUTAMENTE "Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains" al Macro di via Nizza (uno spazio talmente bello che già da solo vale una visita), anche perché ho scoperto che entro fine marzo, dal lunedì al venerdì, i possessori di Cartafreccia hanno diritto ad uno sconto (lo sapete, no, che sono la regina del vivere alla grande ma low-cost), e, forse, William Turner in un altro spazio stupendo, il Chiostro del Bramante, che inizierà in settimana, il 22.

Un esempio della potenza delle opere di Turner

Anche se non è la giornata della disconnessione, quindi, non facciamoci risucchiare tutte le energie dal lavoro e dalle incombenze noiose: usciamo, incuriosiamoci, VIVIAMO!


sabato 3 marzo 2018

La seconda puntata di "Ossigeno" e riflessioni random di un sabato sera solitario.

Dopo giorni di pioggia e neve, stasera su Roma c'è una enorme luna quasi piena. 

Domani si vota e non so più quanta gente mi ha detto: "Vado a votare ma non so per chi". Non è un buon segnale, anche se, vista l'aria di sfiducia che tira, è comprensibile (anche se, a parer mio, almeno un paio di schieramenti restano tra gli invotabili sicuri).

E' sabato sera, sono tornata da una mostra su psichiatria e antipsichiatria che mi ha messo addosso una discreta angoscia. 
Serve qualcosa di bello.

Ripenso a ieri, a quando ho recuperato su Raiplay la seconda puntata di "Ossigeno" e, come la volta passata, mi è sembrato un bel volo che apre la mente. Qualcuno dice che deve durare di più dei suoi 51 minuti. Io no, io lo trovo perfetto così, come quegli incontri d'amore che non durano troppo a lungo perché ti piace che resti la voglia di rivedersi ancora e, nel frattempo, pensarsi.

Eccezionale il duetto tra Ben Harper e il bluesman Charlie Musselwhite. Se abitassi a Milano, visto che hanno aggiunto il 24 alla data al sold out del 23 aprile, io non me li perderei, soprattutto perché il giorno dopo il concerto sarà festa di Liberazione.


Su Vasco Brondi, che era l'altro ospite musicale, non dico molto perché non mi ha tantissimo colpito: speravo cantasse "Oceano di gomma", accompagnato da Agnelli e da Rodrigo D'Erasmo, e invece niente anche stavolta, come a Prato. Mi ha colpito sicuramente di più Agnelli quando, ad un certo punto dell'intervista, ha detto una cosa tipo: "La musica è una dea Kali e vuole sempre più sangue".

L'intervista a Bonolis è stata abbastanza criticata, qualcuno ha detto che il personaggio non c'entrava nulla col programma e, invece, secondo me, la sua presenza era MOLTO indovinata, specie perché si parlava, tra le altre cose, di confini e steccati tra cultura e intrattenimento.
Tra l'altro, Bonolis, nei suoi fiumi di parole, ad un certo punto ha nominato Baudelaire ed una poesia, "Una carogna", che non conoscevo.
L'ho cercata e ve la lascio, inquietante e bellissima.

UNA CAROGNA
Ricordi tu l’oggetto, anima mia, che vedemmo
quel mattino d’estate così dolce? Alla svolta d’un sentiero
un’infame carogna sopra un letto di sassi,
le gambe all’aria, come una femmina impudica,
bruciando e sudando i suoi veleni, spalancava, con
noncuranza e cinismo, il suo ventre pieno
d’esalazioni.
Il sole dardeggiava su quel marciume come
volendolo cuocere interamente, rendendo
centuplicato alla Natura quanto essa aveva insieme
mischiato;
e il cielo contemplava la carcassa superba sbocciare
come un fiore. Il puzzo era tale che tu fosti per venir
meno sullerba.
Le mosche ronzavano sul ventre putrido donde
uscivano neri battaglioni di larve colanti come un
liquame denso lungo gli stracci della carne.
Tutto discendeva e risaliva come un’onda, o si
slanciava brulicando: si sarebbe detto che il corpo
gonfio d’un vuoto soffio, vivesse moltiplicandosi.
E tutto esalava una strana musica, simile all’acqua
corrente o al vento, o al grano che il vagliatore con
ritmico movimento agita e volge nel vaglio.
Le forme si cancellavano riducendosi a puro sogno:
schizzo, lento a compiersi, sulla tela (dimenticata)
che l’artista condurrà a termine a memoria.
Dietro le rocce una cagna inquieta ci guardava con
occhio offeso, spiando il momento in cui riprendere
allo scheletro il brano abbandonato.
Eppure tu sarai simile a quell’immondizia, a
quell’orribile peste, stella degli occhi miei, sole della
mia natura, mia passione, mio angelo!
Sì, tu, regina delle grazie, sarai tale dopo l’estremo
sacramento, allora che, sotto l’erba e i fiori grassi,
andrai a marcire fra le ossa.
Allora, o bella, dillo, ai vermi che ti mangeranno di
baci, che io ho conservato la forma e l’essenza
divina di tutti i miei decomposti amori
Agnelli ha cantato due pezzi, uno all'inizio e uno alla fine. Il primo era "Dio come ti amo" di Domenico Modugno. Ha detto che era una delle canzoni preferite di suo padre, che la cantava sempre a sua madre e "Stasera, invece, la canto io". Mi son venuti gli occhi lucidi, esattamente come quando ha chiuso con "Place to be" di Nick Drake.
Mi ha fatto venir voglia di risentire quel disco, "Pink moon", che comprai tantissimi anni fa, quando ancora ero un'universitaria che si rivendeva i libri appena finiti gli esami per comprarsi i cd e a Piazza Re di Roma c'era un negozio di dischi che aveva sempre roba incredibile senza commessi spocchiosi che ti guardavano dall'alto in basso (ogni riferimento a "Disfunzioni Musicali" NON E' puramente casuale).

La parte, però, che più di tutte mi ha parlato al cuore e che mi piace condividere con voi è l'esibizione di Emidio Clementi, cantante dei Massimo Volume, amico da una vita di Manuel Agnelli e ora coinvolto in un nuovo progetto che si chiama Sorge.
La sua non era una vera e propria canzone: si intitola "La sera" ed era uno spoken word, un recitato su una base sonora.
Io non lo conoscevo e l'ho cercato.

"E ogni sera mi perdo in quella zona di te tra gli occhi e la fronte, che adoro e che temo più dei cani e della morte. con cui faccio i conti la notte. che s'accende di colpo e mi attira lontano, dove non conta la mia grazia né gli amori che ho snobbato..."
Continuo ad ascoltarlo e riascoltarlo e ogni volta si arricchisce di significati e mi piace sempre di più.







venerdì 23 febbraio 2018

"Avete dieci secondi per cercarvi SEMINALE su Google": l'incredibile debutto di "Ossigeno" su Rai 3

E bravo Manuel Agnelli!

Il mio è un elogio senza "se" e senza "ma" e nasce dalla visione, recuperata attraverso lo streaming su Rai Play, della prima puntata di "Ossigeno", il suo programma andato in onda ieri sera in seconda serata su Rai 3.

Sulla sua partecipazione ad X-Factor come giudice, io ho avuto ed ho molte perplessità, nel senso che tutta 'sta rivoluzione che si riprometteva di fare io non l'ho vista (anche se sicuramente il suo gruppo andato in finale, i Maneskin, ha fatto per lo meno ampiamente parlare di sé)... "Ossigeno", però, è un'altra cosa ed è BELLO e UTILE, inutile girarci intorno, e cercherò di argomentare la mia opinione e, magari, di farvi venire voglia di vederlo e di parlarne.

La sua visione mi ha lasciato ENTUSIASTA, a partire dalla location, l'ex Lanificio di Pietralata, che coi tappeti sotto gli strumenti musicali - memoria di quei bellissimi live unplugged degli anni '90 su Mtv - le luci calde e gli alberi spogli che si intravedono dalle grandi vetrate, mi è sembrato ancor più bello di come lo ricordo dall'ultima volta in cui ci sono stata.



Ad affiancare come musicista il padrone di casa c'è Rodrigo D'Erasmo, che mi è sembrato estremamente a suo agio e anche divertito, per esempio in certi sguardi che si lanciava con Joan Wasser - Joan as Police Woman - una degli ospiti della puntata insieme a Claudio Santamaria, Paolo Giordano e Ghemon.

La band che suona coi musicisti ospiti è tutta italiana, potremmo dire anche romana visto che per 3/4 sono musicisti che gravitano nella scena dell'Angelo Mai (Daniele Fiaschi alla chitarra, Gabriele Lazzarotti al basso - con una fantastica maglietta dei Bauhaus, tra l'altro - e Andrea Pesce alle tastiere). Non conoscevo il batterista, che si chiama Alessandro Commisso, ed ho scoperto che è un giovanissimo calabrese classe 1990.

Ed ecco che arriviamo ad uno degli effetti POSITIVI di "Ossigeno", uno dei motivi che me lo hanno fatto definire "utile": ti fa venire voglia di scoprire, di cercare, di approfondire e, secondo me, questo è bellissimo e necessario, sempre ma specialmente in tempi in cui molta gente si crea una cultura se va bene su wikipedia e, sennò, su una serie di siti monnezza dalle fonti non verificabili.

Mi è piaciuta moltissimo l'intervista a Santamaria, anche se, in realtà, si trattava più di un bel dialogo tra due persone che si conoscono, e ancor di più quella a Ghemon, uno che ero convinta facesse rap e, invece, il pezzo che ha cantato, "Il temporale", somiglia un po' più al soul, come ha detto l'Agnellone.
E' stato coraggioso, Ghemon, perché ha parlato della sua depressione passata, descrivendo con poche ma efficaci parole il buco nero in cui sprofonda chi ne è affetto, e raccontando un episodio molto toccante che lo ha portato a pensare che la musica può essere tante cose, tra cui aiuto e condivisione.

Questo concetto è stato ampiamente ribadito da Agnelli, un conduttore molto efficace, al centro della scena ma senza rubarla ai suoi ospiti. E' partito declamando come in una messa laica le parole di "Io so chi sono", un pezzo dell'album "Padania", e già da lì si è capito che questo programma NON E' e NON SARA' come tutti gli altri,

Aspetto con molta gioia le prossime quattro puntate (saranno cinque in tutto, sempre di giovedì sera o, appunto, in streaming), sapendo che tra i vari ospiti ci sarà il mio amato Vasco Brondi e sognando che, magari, il tutto si chiuda con gli Afterhours nella formazione attuale al completo a suonare "Ossigeno", una partenza e un arrivo.


Ora corro, però: a via Asiago suonano dal vivo i Gizmodrome, un supergruppo di musicisti formatosi da pochissimo ma che promette meraviglie dal vivo. Come li conosco? Non li avevo mai sentiti nomnare ma poi ho letto che saranno ospiti di Agnelli nelle prossime puntate e mi è venuta voglia di sentirli... ecco, per me QUESTO E' OSSIGENO!