mercoledì 20 giugno 2018

La tua passione ti può portare OVUNQUE

Questo post è in cantiere DA GIORNI, più precisamente da venerdì 8 giugno, quando la mia curiosità mi ha portata ad assistere ad un live INCREDIBILE, quello di Fantastic Negrito al Monk.
Lui è un afroamericano di 50 anni che, però, sembra senza età, forse perché ha vissuto tante vite come un gatto. L'ultima è quella dopo l'incidente che lo ha lasciato in coma per tre settimane, segnandolo con delle vistose cicatrici sul braccio destro. Gli avevano detto che non avrebbe mai più potuto suonare la chitarra. Che ha fatto lui? Dopo aver ripetuto MERDA almeno 15.000 volte, si è inventato uno stile che gli consente di suonare la chitarra comunque. Da qualche giorno è uscito il suo disco nuovo, ""Please, don't be dead", "Per favore, non morire", e a noi che eravamo al suo live ha regalato uno spettacolo meraviglioso, energetico, VITALE.



Lui non è morto, proprio per niente: ha scelto di non arrendersi e continuare a vivere e fa impressione pensare che è tornato sui palchi aprendo i concerti per Chris Cornell, due anni fa, nell'ultimo tour prima del suicidio. Il suo ricordo di Chris, riportato in parte anche al Monk ("mi ha sentito su youtube e ha scelto di credere in me, permettendomi di suonare voce e chitarra prima di lui"), è stato molto toccante.
Con il suo suono che è un misto di blues, di soul, di funk e di un sacco di adrenalina ha fatto sentire molto vivi anche tutti noi che eravamo lì tra il pubblico a godercelo.



La trap e le sue terrificanti vocine modificate con l'autotune, i cantautori indie banalissimi che si sentono poeti delle piccole cose perché partoriscono gli immortali versi "vongole e bottarga, andiamo senza targa" o scrivono un testo facendo le addizioni con le bustine del paracetamolo (sarebbe bello fosse uno scherzo ma, purtroppo, non è così) erano lontanissimi: quella sera al Monk eravamo vecchi ed eravamo fighi e fieri di esserlo, tipo i Foo Fighters nel video di "Run".


A proposito di vecchi, sembra che la presenza di fan over 40 all'I-DAYS FESTIVAL che inizia domani nella ex area dedicata all'Expo a Milano sarà notevole: BENE, perché è proprio lì che sto andando!
Vi scrivo dal treno - una cosa che mi diverte sempre molto - e, mentre lo faccio, ancora non si sa se i Pearl Jam, che sono gli headliner di venerdì, riusciranno ad esibirsi, visto che Eddie Vedder ha dovuto annullare l'ultima data prima di quella milanese perché era senza voce. Io, però, sono ottimista, nonché felicissima di vivere, a 44 anni, per la prima volta nella mia vita, un festival PER INTERO!
 Quattro giorni di musica e devasto fisico: uno sano di mente si prenderebbe le ferie per riprendersi da quelle che, invece, per me SONO le ferie.

Ho pensato, sulla scia di un articolo molto divertente che avevo letto su Rockit, che poteva essere utile stilare un mini-vademecum di consigli pratici atti a favorire una felice esperienza per chi, come me, si appresta a vivere una o più giornate intere dedicate alla musica. Se la cosa vi alletta, non abbiate paura (sembro il papa): andandomene da sola, l'anno scorso, al Firenze Rocks proprio per sentire Eddie Vedder, io ho collezionato una delle più belle giornate della mia vita.

Ecco la mia lista:

  • che vi muoviate coi mezzi pubblici o con l'auto, avviatevi per tempo. Ormai, con le norme antiterrorismo agli ingressi, può capitare il controllore all'acqua di rose ma anche quello che vi farà tirare fuori dallo zaino persino i vecchi scontrini dimenticati sul fondo.
  • a proposito di zaino: zaino si fa per dire. Gli zaini DANNO FASTIDIO, specie se durante i concerti ve li mettete dietro le spalle e vi muovete come dannati. Compratevi o ripescate dall'armadio una borsa a tracolla o un pantalone di quelli con cinquantamila tasche e avrete il vantaggio di avere le mani libere senza urtare il prossimo.
  • magliette, possibilmente di cotone (ho visto gente in giro sotto il sole CON LA MICROFIBRA... follia pura), perché le canotte lasciano troppa pelle al sole (il  melanoma non  è uno scherzo, purtroppo) e la cinghia della borsa, alla lunga, ti taglia tutte le volte che va su una parte scoperta, specie scottata. Se hai la pelle chiara, crema solare e cappello ti fanno stare più tranquillo.
  • non lesinare su sapone e deodorante prima di uscire di casa. L'ascella pezzata è normale, l'ascella pezzata fetente no. Se ti chiedi perché l'ultima relazione che hai avuto risale a svariati anni fa, prova ad annusarti le ascelle e le altre parti a rischio per scoprire una eventuale ragione.
  • no a sandali e infradito. Non aspettate che vi pestino un piede per scoprire il motivo del mio suggerimento.
  • i fazzolettini umidificati dovrebbero passare i controlli: anche se abitualmente non li usi, quando sarai impastato di sudore e polvere, ne riscoprirai l'incredibile utilità
  • mangiare e bere si può anche in loco ma le file sono spesso lunghissime e costa tutto un botto. Portati roba leggera ma che tappa lo stomaco, tipo barrette di cereali o crackers e ricordati che sei lì per la musica: perdersi l'inizio di un concerto perché sei in fila per la birra, anche no.
  • l'acqua merita un capitolo a parte. La mia esperienza al Firenze Rocks è stata abbastanza terrificante da questo punto di vista, dato che a 'na certa lì si son messi a vendere bottigline che erano state al sole ed avevano raggiunto temperature che le rendevano buone per farsi la doccia. Portarsi più di due bottigliette da mezzo litro dietro sarà difficile, perché pesano e perché fanno 'sta ladrata di farti buttare i tappi all'ingresso. Loro vogliono fregare te, tu frega loro: tappi di riserva in luoghi dove non batte mai il sole - tanto ti sei lavato, giusto? - e le bottiglie si ritappano appena entrati.
  • porta con te la curiosità, la voglia di scoprire e di condividere e, anche se sei solo, ricorda: CON LA MUSICA NON SEI SOLO, MAI.




Nessun commento:

Posta un commento