venerdì 3 agosto 2012

Waiting for unclean libertines (invano): i Placebo a Capannelle

Nello scorso post, due giorni fa, avevo scritto che agosto a Roma, dal punto di vista dei concerti, è piuttosto spento.
Confermo ma non potevo immaginare che ci fosse il SORPRESONE: un amico che 3 ore prima del concerto, ieri sera, mi ha comunicato di avere due biglietti per andare a vedere gratis i PLACEBO.
Praticamente, tra vincite ai contest e amici che si procurano biglietti gratis, fosse stato per me il Rock in Roma poteva andare fallito ahahahah

Premetto a tutti i superfan dei Placebo che potrebbero passare di qui, leggere e aver voglia di lapidarmi subito dopo che io HO AMATO i Placebo.
Dei loro primi due album ho studiato i testi con la precisione "secchionica" che chi mi conosce sa che dedico a tutto ciò che mi appassiona.

la PROVA, direttamente dagli archivi di Marinellac'è


Mi sono messa lo smalto nero, ispirata da Brian Molko, quando era una roba da stravaganti e non da modaioli e il commento più benevolo che ricevevo era "Ahò ma che te sei acciaccata le mani 'n mezzo a la porta???"
Li ho visti live per la prima volta quando la maggior parte dei fan presenti ieri nelle prime file gattonava o andava all'asilo, attraverso una MITICA tessera di Repubblica (che da qualche parte penso di conservare ancora) che dava la possibilità, a chi si prenotava per telefono, di andare a dei bellissimi live GRATIS.
Li ho seguiti con religiosa devozione fino all'uscita di Black Market Music e li ho rivisti live nell'aprile del 2001, in quello che, all'epoca, si chiamava Palacisalfa e ora è l'Atlantico.
Mi piacque molto poco, quel concerto. Ricordo il pubblico adorante e loro spocchiosissimi.
Mi delusero, la loro successiva produzione musicale mi convinse poco ed è stato così che ho smesso di seguirli.
Ieri ho trovato una band sicuramente con un atteggiamento più benevolo verso i fan (tranne una battuta di Brian Molko dal palco, rivolta ad un tizio del pubblico che stava riprendendo il concerto e che lui ha apostrofato con "This song's for you, Mr I-PAD" ahahahah)
Devo dire, però, che del gruppo che ho amato io, dal punto di vista musicale è rimasto ben poco. I suoni sono diventati troppo rockettoni per i miei gusti. A me piaceva la loro ricercatezza, lo spleen che sentivo dietro canzoni come "Without you I'm nothing".
Hanno talmente stravolto i pezzi che "Every you every me", che è sempre stato uno dei miei brani preferiti, io l'ho riconosciuta solo dopo qualche minuto!!! Che fine ha fatto il giro di chitarra dell'intro??? Ridatemelo SUBITO -___- !!!
Anche "Song to say goodbye", che nasce come una canzone straziante, accompagnata da un video ancor più triste (quello col bambino che fa da padre al suo, di padre), è diventata una specie di marcetta... giuro, non ci potevo credere :(
Quello che è rimasto, del lavoro dei Placebo, è la loro attenzione all'aspetto visivo della musica.
Il palco aveva delle bellissime luci ed anche l'idea dei maxi-schermi sulle loro teste, a proiettare immagini dal concerto, mi è piaciuta molto e mi ha ricordato un pò i vecchi video anni '80, tipo The Reflex dei Duran Duran.
In rete ci sono già delle bellissime foto, io ve ne lascio due delle mie.

Non ho detto nulla degli Aucan, che aprivano il concerto dei Placebo
Siamo arrivati a set già iniziato. Quel che ho sentito mi è piaciuto: belli potenti, vediamo se i loro suoni si adattano anche al Circolo degli Artisti, che li ospiterà sabato 15 settembre.

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