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lunedì 15 luglio 2013

Due ore e mezzo negli anni '90 (e tre per tornare a casa): Smashing Pumpkins (opening Mark Lanegan @Rock in Roma, 14 luglio 2013)

Voglio aprire questo post con un'info da "Servizio pubblico": se avete in programma la partecipazione a qualcuno dei prossimi concerti del ROCK IN ROMA e se siete come me (cioè vi spostate coi mezzi pubblici o vi affidate a passaggi in macchina di amici di buona volontà) NON FATE I TIRCHI (o i disorganizzati) e prenotate LA NAVETTA per il ritorno.

Cacciate 'sti 4 euro (son sempre meno di quelli che vi servono per comprarvi una birra nell'area del festival) ed eviterete i tassisti che vi chiedono QUINDICI EURO a testa per portarvi in 4 a Termini o i TRE notturni che servono per arrivare, per esempio, ad una qualsiasi fermata della metro B (ieri il concerto è finito a mezzanotte, io son tornata a casa alle tre... v'ho detto tutto -__-)  

Per fortuna, la strada è stata meno lunga perchè ho avuto modo di chiacchierare durante il tragitto con un pò di gggiovani fans nella mia stessa situazione. Tutti carucci, tutti simpatici... sicuramente più di Billy Corgan, che ieri ha trattato un pò DA PEZZA i suoi musicisti, con battutine che li mettevano abbastanza in ridicolo (soprattutto il giovane chitarrista... puoi suonare pure come Hendrix ma Corgan è veramente senza pietà... sarà per questo che, del gruppo originario, è rimasto solo lui?!?)

Fa un pò impressione, vedere questa formazione degli Smashing Pumpkins sul palco, con un batterista che non è Jimmy Chamberlin, un chitarrista asiatico che non è James Iha, una bassista donna (rigorosamente figa... quella del gruppo attuale somiglia vagamente a Dita von Teese) che non è nè D'Arcy (pòraccia, era favolosa, ora è ridotta veramente uno straccio) nè Melissa Auf Der Maur. 

D'Arcy

Melissa

Nicole, the last bass player... non si può dire che Corgan non abbia gusto in fatto di donne!

Solo Billy è rimasto Billy, il solito genio pazzo. 
Gli è cresciuta la panza ma continua a vestire con la maglia a maniche lunghe aderente e sopra la t-shirt (in puro 90's style) e questo non aiuta però la voce tiene.

La foto viene dalla pagina fb del Rock in Roma
Hanno fatto DUE ORE E MEZZO PIENE di concerto. Non mi aspettavo tanto ed hanno compensato un pò la durata del set di Lanegan (tre quarti d'ora scarsi), in grande forma, con la sua ottima band e la sua voce allo zolfo, ma più godibile, secondo me, in spazi al chiuso come l'Orion (ma io, mentre cantava, ho avuto un flash: vederlo una notte - chissà quando - suonare nella saletta fumosa del Sinister Noise, come han fatto questo aprile Hugo Race e i Fatalists... sarebbe bellissimo!)

Tornando agli Smashing, quindi, buona la durata, la tenuta di palco e anche il rapporto col pubblico. Billy ha cacciato tutta una serie di luoghi comuni su quanto sia bella l'Italia che a momenti ci mancava che gli portassero una pizza sul palco cantando "O' sole mio" però è stato anche simpatico, quando ha mimato divertito, poi imitato da tutto il pubblico, il classico gesto del "Che stai a ddì?" (ha raccontato che ha una cognata italiana e che quindi i suoi nipoti, core de zzzio, sono per un 50% italiani).

Alcuni momenti strumentali per me veramente troooooppo lunghi (però gente che li aveva visti già altre volte dal vivo mi ha detto che son tipici loro) però due buone cover (Space Oddity di Bowie e Immigrant Song dei Led Zeppelin - più riuscita la seconda della prima, secondo me) e cenni di Pink Floyd sparsi. 

Il pogo su BULLET WITH BUTTERFLY WINGS e tutto il pubblico che canta da solo la prima strofa di TODAY hanno segnato per me gli attimi più belli.

La scaletta completa la trovate QUI.

Come cantano i Subsonica: "Forse non lo sai che quei giorni non tornano più"... effettivamente, gli anni '90 non tornano e non torneranno ma, per una sera, si può sognare che non siano tanto lontani dalle nostre vite di ora.

"We will never be the same/the more you change/the less you feel".

Sempre dalla pagina fb del Rock in Roma

venerdì 30 novembre 2012

Zero apparenza, tutta sostanza: Mark Lanegan all'Orion (29/11/2012)

Pieno, anche se non da sold-out, l'Orion che ha accolto ieri MARK LANEGAN.
Un pubblico stupendo, che attraversava le generazioni: si andava dagli universitari ventenni agli over 50, tutti insieme appassionatamente per festeggiare il ritorno sulle scene dell'ex Screaming Trees.
Io e i miei amici siamo arrivati mentre cominciavano a suonare Creature with the Atom Brain (niente male davvero), gli ultimi dei tre supporter che la serata prevedeva.
L'organizzazione è stata perfetta: i Creature hanno finito come da scaletta alle 22 e, precisissimo, dopo mezz'ora il nostro è salito sul palco con la band.


Tutti ottimi ma la menzione d'onore va al chitarrista, che sembrava appena uscito da un film di Scorsese tipo "The Goodfellas": veramente bravo e concentratissimo (se volete delle belle foto, le trovate a questo link)
L'atmosfera era veramente gradevole: pubblico caldo (come l'aria del locale... due ventole accese no, eh?!) ma non molesto (la presenza massiccia degli over 50 si sentiva :), Dark Mark zero parole (giusto due "Thank you so much" e la presentazione della band) ma la sua musica - e il modo in cui veniva accolta - dicevano tutto.
Durante la serata, ho pensato più volte "Qui sta succedendo qualcosa di bello"... di quella bellezza VERA di cui abbiamo tutti bisogno...
Il set è durato un'ora e un quarto: poteva cantare di più ma ha dato tanto, quindi perfetto così.


Momenti top: l'iniziale Gravedigger's song, Quiver Syndrome e Hanging Tree (su queste, si muovevano pure i mort tipi più tranquilli :)
Dopo il concerto, Lanegan non s'è eclissato: con un'umiltà che gente trent'anni più giovane di lui si sogna, è andato al banchetto del merchandising per incontrare il pubblico.


Dopo il concerto dei Calibro 35 di domenica scorsa all'Angelo Mai (non ho avuto modo di parlarne ma pigliarsi tutta l'umidità di quella sera è valsa assolutamente la pena) e il Lanegan di ieri, dichiaro ufficialmente aperta la stagione dei concerti "a tutta sostanza"... e speriamo di chiudere così l'anno :)