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martedì 25 marzo 2014

Un congegno che (ancora non) si spegne da sè: Afterhours @Alcatraz, Milano, 24/03/2014

Scrivo sul treno di ritorno per Roma, fresca di emozioni per la serata di ieri all’Alcatraz di Milano. Sono partita per 4 giorni portandomi dietro il mio pesantissimo portatile preistorico, scrivendo all’andata per Shiver, che sta per pubblicare un pezzo “collettivo” in cui ogni recensore ha un brano della versione reload di “Hai paura del buio” (il mio è la MERAVIGLIOSA cover che Eugenio Finardi ha realizzato per “LASCIAMI LECCARE L’ADRENALINA”).
Adesso invece, sulla strada verso casa, inganno il tempo scrivendo del concerto di ieri, mentre sono in un vagone di Italo pieno di pensionati gajardi in gita, che chiedono al controllore la password per l’adsl del treno e si scattano le foto tra loro coi cellulari
Puntuali come solo dei milanesi possono essere (“L’inutilità della puntualità” resta, però, un bel pezzo del loro passato J ), alle 21.30 (l'orario riportato fuori dal locale) gli After hanno iniziato lo show. Poche sorprese per chi, come me, aveva letto avidamente i resoconti delle date precedenti di questo tour: inizio con completi ed occhialoni anni ’70 (massima stima per l’aplomb dei nostri sul palco, mantenuto anche coi MILLEMILA gradi dell’Alcatraz), inquietanti maschere di Pluto come ai tempi d'oro (Ciccarelli che suonava fomentatissimo mentre gli ondeggiavano le orecchie da cane era uno spettacolo!!!).
Questo look è stato mantenuto per tutta la prima parte dello spettacolo: la riproposizione per intero, brano dopo brano nell'ordine del disco, di “Hai paura del buio”. 
Pubblico caldo, pogo sì ma non da massacro... forse è stato giusto un po’ più “hard” mantenersi in equilibrio quando sul palco è arrivato NIC CESTER, che per cantare la cover di “VELENO”, si è sporto parecchio dal palco J
Musicisti tutti concentratissimi, “PELLE” da brividi, cantata da Manuel al piano con un’intensità che è difficile mantenere dopo migliaia di esecuzioni (ma lui ce l’ha fatta), chiusura della prima parte del concerto affidata al duetto con RACHELE BASTREGHI per “MI TROVO NUOVO” (una versione che gli estimatori dei Baustelle troveranno chic e i detrattori “bella senz’anima”, se non proprio artefatta).
Uscita e rientro dal palco: codini e vestitini da bimba, fan di sesso femminile che continuavano ad urlare "Siete bellissimi" senza alcuna ombra di ironia (e devo dire che la scelta del vestitino senza maniche da parte dell'Agnello - con visione del bicipite DA PAURA - non mi sembrava servisse solo a farlo star fresco ma fosse, piuttosto, un invito a "lasciami leccare il testosterone"!!!)
Tre pezzi tratti dal passato remoto afteriano, quello degli inizi del cantato in italiano, con "GERMI",  "SIETE PROPRIO DEI PULCINI" e "PLASTILINA", nuovo cambio d'abito, stavolta un sobrio nero per tutti, e siamo arrivati al presente.

grazie a Laura, che è riuscita a scattare una fotina anche nel delirio!

La scelta dei pezzi, tutti tratti da "PADANIA" ("Spreca una vita", "Costruire per distruggere","So chi sono" e, appunto, "Padania"), mi ha molto colpita.
In alcuni momenti, forse per contrasto con l'energia di tutta la parte precedente, mi sono sembrati addirittura un pò "funerei", come se si stesse decretando la morte di una parte della vita e in particolare le parole "diventa ciò che sei... diventa ciò che sei... adesso sei un uomo" erano da una parte bellissime e dall'altra tremende, della serie "non c'è più tempo da perdere", un incitamento ma anche una fonte di ansia rispetto ad un'urgenza non più rimandabile.
Chiusura affidata a "TELEVISIONE", l'outtake ricantato su disco da Cristina Donà (che sul palco dell'Alcatraz sarebbe stata una graditissima sorpresa) e poi saluti. Non un saluto corale ma l'abbandono del palco ad uno ad uno da parte dei sei musicisti. Anche questo mi ha lasciato un pochino di amaro in bocca, nonostante il bellissimo concerto, perchè mi ha fatto pensare a singole entità e non ad un insieme coeso (ma forse sono stata troppo "viziata" da recenti esibizioni - una per tutte, quella del Muro del Canto al Black Out (qui il mio report, di cui vado molto fiera :) ) - in cui i componenti per tutto il tempo mi sono sembrati VERAMENTE uniti).
Stamattina, al risveglio, ho letto che dopo il concerto c'è stato un aftershow dei nostri al "75 Beat", dove ieri suonava l'ottimo HUGO RACE, ed ho pensato che sarebbe stato splendido essere anche lì, anche se un trio di fan formato da una mamma di una bimba di sei mesi che attendeva a casa col papà, una prof in servizio alla prima ora ed una giramondo col treno prestissimo può essere già felice così.

Per chi andrà alle prossime date del tour: sappiate che il banchetto del merchandising riserva delle gustose chicche (ed anche prezzi onesti :)

lunedì 3 giugno 2013

6 cose che ho capito a Milano (e un paio di appuntamenti per il prossimo weekend)

Nel weekend a Milano ho capito che...

... i Kasabian si riconfermano simpatici quanto una ditata in un occhio ma usano dei visuals FANTASTICI come sfondo nei loro concerti e hanno bei pezzi, che è un piacere cantare (anche inventando le parole - e "Shoot the runner" diventa "Sciùsciù anna" :) e ballare, e tanto basta per meritare il successo che hanno avuto in piazza Duomo...



... i tizi, specialmente giovanissimi, che vanno ai concerti strafatti di canne e quant'altro, fregandosene della musica ma solo per dare noia al prossimo, si incontrano dappertutto e dappertutto sono di una tristezza infinita...

... la casa di Alda Merini ai Navigli meriterebbe un orario di visita ben più ampio delle stitiche 3 ore al giorno, dalle 15 alle 18 dal lunedì al venerdì, che le sono concesse...



... il Libraccio, sempre ai Navigli, è uno scrigno di polvere e tesori a uno e due euro, in cui è meraviglioso perdersi...

Il mio bottino da un euro :)


... i posti "no fighetteria zone" ci sono (ne è un esempio l'Atomic Bar di Porta Venezia), basta solo cercarli (ed avere la fortuna di conoscere qualcuno con cui sia bello andarci!!!)...



... Milano è pulita e organizzata diecimila volte più di Roma ma lo spazio intorno alla rassegna Carroponte, a Sesto San Giovanni, è talmente brutto che Vasco Brondi potrebbe scriverci su una nuova canzone ed intitolarla "La gigantesca scritta Ipercoop" -_-

Per gli appuntamenti del weekend segnalo solo due eventi, uno al chiuso e uno all'aperto, tanto siamo a giugno ma è come se fosse novembre (anche se tutti, pure quelli che appena arriverà il caldo inizieranno a lamentarsi, stiamo sperando nella svolta) e ancora ci barcameniamo tra locali che non chiudono e spazi fuori che non aprono.

  • venerdì 7: cover dei System of a Down @Black Out (5 euro: le ultime cover che ho sentito dei SOAD erano abbastanza imbarazzanti ma questo è un gruppo diverso - "cover band ufficiale", dice la presentazione dell'evento - quindi si spera ci sappiano fare)

  • sabato 8: concerto dei Radici nel Cemento @La Spiaggetta, Lungomare Caio Duilio n.34 a Ostia (gratis: la Spiaggetta doveva inaugurare le serate già la settimana scorsa ma il tempo inclemente ha fatto spostare tutto di 7 giorni... speriamo bene!)