Scrivo sul treno di ritorno per
Roma, fresca di emozioni per la serata di ieri all’Alcatraz di Milano. Sono partita per 4
giorni portandomi dietro il mio pesantissimo portatile preistorico, scrivendo
all’andata per Shiver, che sta per pubblicare un pezzo “collettivo” in cui ogni
recensore ha un brano della versione reload di “Hai paura del buio” (il mio è
la MERAVIGLIOSA cover che Eugenio Finardi ha realizzato per “LASCIAMI LECCARE L’ADRENALINA”).
Adesso invece, sulla strada verso
casa, inganno il tempo scrivendo del concerto di ieri, mentre sono in un vagone di Italo pieno di pensionati gajardi in
gita, che chiedono al controllore la password per l’adsl del treno e si
scattano le foto tra loro coi cellulari J
Puntuali come solo dei milanesi
possono essere (“L’inutilità della puntualità” resta, però, un bel pezzo del
loro passato J ), alle 21.30 (l'orario riportato fuori dal locale) gli After hanno iniziato lo show. Poche sorprese per chi, come me,
aveva letto avidamente i resoconti delle date precedenti di questo tour: inizio
con completi ed occhialoni anni ’70 (massima stima per l’aplomb dei nostri sul
palco, mantenuto anche coi MILLEMILA gradi dell’Alcatraz), inquietanti maschere
di Pluto come ai tempi d'oro (Ciccarelli che suonava
fomentatissimo mentre gli ondeggiavano le orecchie da cane era uno
spettacolo!!!).
Questo look è stato mantenuto per
tutta la prima parte dello spettacolo: la riproposizione per intero, brano dopo
brano nell'ordine del disco, di “Hai paura del buio”.
Pubblico caldo, pogo sì ma non da massacro... forse è stato giusto un po’ più “hard” mantenersi in equilibrio quando sul
palco è arrivato NIC CESTER, che per cantare la cover di “VELENO”, si è sporto
parecchio dal palco J
Musicisti tutti concentratissimi,
“PELLE” da brividi, cantata da Manuel al piano con un’intensità che è difficile
mantenere dopo migliaia di esecuzioni (ma lui ce l’ha fatta), chiusura della
prima parte del concerto affidata al duetto con RACHELE BASTREGHI per “MI TROVO NUOVO” (una
versione che gli estimatori dei Baustelle troveranno chic e i detrattori “bella
senz’anima”, se non proprio artefatta).
Uscita e rientro dal palco: codini e vestitini da bimba, fan di sesso femminile che continuavano ad urlare "Siete bellissimi" senza alcuna ombra di ironia (e devo dire che la scelta del vestitino senza maniche da parte dell'Agnello - con visione del bicipite DA PAURA - non mi sembrava servisse solo a farlo star fresco ma fosse, piuttosto, un invito a "lasciami leccare il testosterone"!!!)
Tre pezzi tratti dal passato remoto afteriano, quello degli inizi del cantato in italiano, con "GERMI", "SIETE PROPRIO DEI PULCINI" e "PLASTILINA", nuovo cambio d'abito, stavolta un sobrio nero per tutti, e siamo arrivati al presente.
grazie a Laura, che è riuscita a scattare una fotina anche nel delirio! |
La scelta dei pezzi, tutti tratti da "PADANIA" ("Spreca una vita", "Costruire per distruggere","So chi sono" e, appunto, "Padania"), mi ha molto colpita.
In alcuni momenti, forse per contrasto con l'energia di tutta la parte precedente, mi sono sembrati addirittura un pò "funerei", come se si stesse decretando la morte di una parte della vita e in particolare le parole "diventa ciò che sei... diventa ciò che sei... adesso sei un uomo" erano da una parte bellissime e dall'altra tremende, della serie "non c'è più tempo da perdere", un incitamento ma anche una fonte di ansia rispetto ad un'urgenza non più rimandabile.
Chiusura affidata a "TELEVISIONE", l'outtake ricantato su disco da Cristina Donà (che sul palco dell'Alcatraz sarebbe stata una graditissima sorpresa) e poi saluti. Non un saluto corale ma l'abbandono del palco ad uno ad uno da parte dei sei musicisti. Anche questo mi ha lasciato un pochino di amaro in bocca, nonostante il bellissimo concerto, perchè mi ha fatto pensare a singole entità e non ad un insieme coeso (ma forse sono stata troppo "viziata" da recenti esibizioni - una per tutte, quella del Muro del Canto al Black Out (qui il mio report, di cui vado molto fiera :) ) - in cui i componenti per tutto il tempo mi sono sembrati VERAMENTE uniti).
Stamattina, al risveglio, ho letto che dopo il concerto c'è stato un aftershow dei nostri al "75 Beat", dove ieri suonava l'ottimo HUGO RACE, ed ho pensato che sarebbe stato splendido essere anche lì, anche se un trio di fan formato da una mamma di una bimba di sei mesi che attendeva a casa col papà, una prof in servizio alla prima ora ed una giramondo col treno prestissimo può essere già felice così.
Per chi andrà alle prossime date del tour: sappiate che il banchetto del merchandising riserva delle gustose chicche (ed anche prezzi onesti :) |
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