lunedì 6 gennaio 2020

L'anno del VORREI

"Stamattina all'alba, mentre correvo al lavoro e ancora doveva diventare giorno, l'ascoltavo per strada e non sapevo se mi commuoveva più Anna come sono tante, Anna permalosa, o Marco lupo di periferia, Marco col branco, Marco che vorrebbe andar via, mentre mi sentivo un po' Anna e un po' Marco".


Questo scrivevo, il 9 marzo di quest'anno appena trascorso.
Nei giorni passati, ho cercato di fare un uso di facebook che avesse un senso e sono andata a ritroso sulla mia pagina rileggendo tutto quello che avevo scritto nel 2019 per poterlo ricostruire, attraverso i film che ho visto, le persone che ho incontrato, i luoghi che ho visitato e, soprattutto, la tanta, tantissima musica che ho ascoltato. Lo scopo era capire cosa mi lascia di buono questo anno e cosa, di questa bontà e bellezza, anche quando sono state strazianti, è condivisibile con altri.

Per qualche motivo che non è chiaro nemmeno a me, la canzone del buon Lucio e quelle parole che avevo scritto di corsa per strada tanti mesi fa mi hanno colpito più di tutte, forse perché fotografano un anno per me "interlocutorio", di quelli né belli né brutti, non orribile ma nemmeno memorabile. L'anno del VORREI.

Un altro post che mi è risuonato tra i tanti che ho riletto è stato quello in cui parlavo del concerto degli Anathema, un gruppo che chi mi conosce da più tempo sa quanto mi è caro, il giorno dopo in cui avevano suonato a Roma, in giugno, e citavo una loro canzone che amo particolarmente, "Closer", riportando queste parole: "IL TUO MONDO DEI SOGNI E' UN POSTO MOLTO SPAVENTOSO... E' UN POSTO MOLTO SPAVENTOSO IN CUI RESTARE INTRAPPOLATI PER TUTTA LA VITA. RISPLENDI NEL TEMPO, RISPLENDI NEL TEMPO FINCHE' TROVERAI CHE SEI PIU' VICINO ALLA VERITA'."



Ecco, io ho appena messo alle spalle un altro anno in cui sono rimasta intrappolata nel mio mondo dei sogni, almeno per quanto riguarda un paio di argomenti-base nella mia vita, e sono ATTERRITA dall'idea di viverne un altro, o molti altri, così.
Cosa si può fare? Non lo so.
Tutte quelle stronzate del tipo "Tu solo hai il potere di cambiare la tua vita" mi urtano il sistema nervoso. Avrò anche il potere ma se non so dove cazzo sta è come essere proprietari di una casa di cui non si possiedono le chiavi.
Mentre cerco 'ste dannate chiavi, vi lascio un po' di spunti divisi per argomenti che mi hanno tenuto compagnia, fatto sognare, riflettere, commuovere, in questo 2019 ormai già lontano di sei giorni.

Tv: "Che ci faccio qui" di Domenico Iannacone e "Volevo fare la rockstar".
Premesso che non guardo molta televisione, il programma del giornalista molisano Iannacone è straordinario nel raccontare storie vere con uno sguardo attento, rispettoso e partecipe. Su Rai 3, in prima serata, vanno ancora in onda delle repliche. Se non riuscite a sintonizzarvi per tempo c'è sempre Raiplay in internet, grazie a cui potete recuperare anche l'altro programma che vi segnalo, una fiction tratta da un blog che seguo da anni, di cui trovate il link in basso a destra sulla mia pagina. Avevo sinceramente paura che lo sceneggiato facesse carne da porco delle vicende che Valentina Santandrea racconta sul suo blog, invece gli autori, grazie anche ad attori indovinati per le varie parti, sono riusciti a creare un prodotto piacevole e che dà una visione della famiglia italiana che finalmente esce dal quadretto del Mulino Bianco.



Dischi: Tool, "Fear Inoculum" e Nick Cave & The Bad Seeds, "Ghosteen".
Su "Fear Inoculum" scrivevo il 30 agosto, giorno della sua uscita: "Confesso che uno dei motivi che mi hanno portato a rinnovare Spotify Premium anche dopo lo scadere della promozione era ascoltare quest'album il primo giorno di uscita senza interruzione mentre smadonno alla fermata dell'atac a giornata appena iniziata. Colonna sonora IDEALE".


Anche del disco di Nick Cave ho scritto nel giorno della sua uscita, il 4 ottobre, lodando la splendida iniziativa della sua casa discografica di mandarlo in rete per un ascolto gratuito collettivo con testi in sovrimpressione. Mi auguravo, allora, che glielo facessero presentare in Italia in posti degni e, per quel che riguarda Roma, sono stata accontentata perché suonerà alla Cavea dell'Auditorium giovedì 11 giugno. Non potevo chiedere di meglio per un Artista del genere. Il disco non è facile ma è il vero canto di addio al figlio, visto che il precedente "Skeleton Tree" era già ampiamente in lavorazione quando il ragazzo, nel 2015, morì cadendo da una scogliera. Se le facili consolazioni non vi danno alcun giovamento ma volete dare voce ad un dolore troppo grande per voi, avete trovato il vostro album. Ascoltarlo e leggerne i testi tradotti è catartico. Per me, capolavoro totale, poi però lavatevi il viso dalle lacrime e correte ad accarezzare il vostro animale domestico, o a guardare il mare.



Libri: "Momenti straordinari con applausi finti" di Gipi e "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood.
Il fumetto di Gipi è stato uno dei regali che ho ricevuto per Natale. In realtà, era un regalo "a richiesta": avevo ascoltato l'intervista che aveva rilasciato a Daria Bignardi nel suo programma, "L'assedio", e lo avevo sentito parlare dal vivo alla manifestazione "Più libri più liberi" e mi ero incuriosita tantissimo. Il libro è splendido, chi ha più competenza di me a livello grafico (ci vuole poco) penso ne coglierà anche sfumature che io non sono in grado di notare ma è soprattutto il modo in cui è narrata la storia che contiene a renderlo un lavoro speciale. Mi chiedo sempre come facciano alcune persone a parlare di qualcosa di personale risultando universali o, quanto meno, condivisibili.


Un altro libro che mi è piaciuto moltissimo, tra i tanti che ho letto quest'anno, è "Il racconto dell'ancella". Il romanzo è stato dato alle stampe nel 1985 ma sembra scritto ieri, tanto è attuale e potente. Quest'anno, dopo ben 34 anni, è uscito il suo seguito, "I testamenti", che ho acquistato ma non ancora letto, un po' temendo che non sia all'altezza del libro che lo ha preceduto ma la delusione è un rischio che correrò. L'autrice, Margaret Atwood, ha compiuto 80 anni l'anno scorso ma è ancora una donna lucida e innamorata della vita: da lei c'è molto da imparare.


Film: "Rocketman" e "Joker".
A entrambi questi film ho dedicato un post sul blog nei mesi della loro uscita in sala. Considerato che quest'anno ho scritto pochissimo, potete immaginare quanto mi abbiano colpito, pur non avendo nulla in comune l'uno con l'altro.

Live: Foo Fighters, Omar Pedrini, Tamino.
Da ricordare quest'anno, nella miriade di concerti a cui ho partecipato, scelgo tre live diversissimi, forse l'unica cosa in comune è che si tratta di 3 uomini.
I Foo Fighters sono stati un'autentica, piacevolissima sorpresa, bravi, simpatici, emozionanti, a coronamento di un'esperienza, lo Sziget Festival, che non è arrivata per caso alla sua ventottesima edizione.



Pedrini e Tamino sono l'ultracinquantenne (anni portati da dio, però) e il giovanissimo, con storie, esperienze e generi per ovvi motivi, come quelli anagrafici e geografici, distantissimi ma accomunati da grande amore per quello che fanno. Mi hanno colpito ed emozionato entrambi, li ho trovati sinceri e innamorati del loro meraviglioso lavoro di musicisti.



Omar Pedrini ha detto che starà fermo per un po', anche se questo è l'anno del ricordo della profetica "2020" dei suoi Timoria. Tamino spero abbia prestissimo la possibilità di esibirsi su un palco prestigioso come potrebbe essere quello dell'Auditorium Parco della Musica. Lo merita.



Posti: Chiesa di Sant'Oliva, Cori (LT) e Cimitero delle Fontanelle, Napoli(Inkiostro - Rassegna di musica e scrittura)
Ho avuto la fortuna di poter partecipare a Cori, presso la deliziosa chiesa di Sant'Oliva, ad uno dei live della rassegna Inkiostro, che si occupa di portare in quel territorio così difficile da raggiungere se sei senza macchina proposte di musica di qualità eccelsa. Il paesino intero mi è sembrato molto bello ma, quando ci sono stata, eravamo a tramonto inoltrato e non c'è stato tempo di visitarlo. Collaborazione di amici in macchina permettendo, mi riprometto di farlo quanto prima.
Il Cimitero delle Fontanelle a Napoli, invece, è un posto con una storia particolarmente interessante, da conoscere e visitare con il rispetto che si deve alla vita anche quando finisce o, per chi ci crede, continua in un'altra dimensione.



La notizia musicale: si riuniscono i Rage Against The Machine.
Quando ho letto che, nel 2020, sarebbero tornati a suonare insieme, anche se per ora lontano dai palchi europei, sono stata felicissima. Un giorno dell'anno appena trascorso, quando ancora questa notizia non era neanche nell'aria, in una situazione di gruppo in cui dovevo dire ai partecipanti come stavo, le mie parole sono state: "Qualcuno di voi si ricorda di un gruppo che andava fortissimo a metà degli anni '90? Si chiamavano Rage Against The Machine, Rabbia Contro la Macchina. Ecco, io sto così, con tutta la mia rabbia contro la macchina di un sistema che mi fa schifo e da cui non riesco a liberarmi".
Sarà questo nuovo anno, bisestile, iniziatore di un nuovo decennio, quello in cui diventerò capace di usare questa rabbia come carburante per allontanarmi da quello che non riesco più a sopportare e ad andare verso una vita più "degna"? Io lo spero, con tutto il cuore.



mercoledì 20 novembre 2019

Tutti i miei "ma" e i miei "sì" su An Evening with Manuel Agnelli @Auditorium Conciliazione, Roma 18/11/2019

Ci vuole una bella dose di amore, e di pazzia (molti di noi sanno che, spesso, le due cose stanno insieme), per avviarsi in un lunedì sera di uno dei periodi più piovosi del nuovo millennio alla volta dell'Auditorium Conciliazione, coi mezzi pubblici, per vedere se c'è ancora un biglietto per lo spettacolo che Manuel Agnelli ha ricominciato da Roma a portare in giro per l'Italia.
Avevo controllato su Ticketone fino a poco prima che ci fosse posto e, effettivamente, posto ce n'era in abbondanza, tanto che alle prime note del concerto molti di noi della piccionaia hanno abbandonato i sedili più poràcci per accedere a poltrone più comode e costose.


Non so se sia stato l'effetto-lunedì, che per un pubblico non certo di ragazzini vuol dire inizio di una settimana lavorativa spesso faticosa, la pioggia, la scelta di un luogo che, per quel che mi riguarda, se pure ha una buona acustica non ha il colpo d'occhio delle sale dell'altro auditorium di Roma, il Parco della Musica, la struttura con più cartelli di raggiungibilità sparsi dentro la città. Fatto sta che la sala era piena per 2/3, non di più. Tra l'altro, lo spettacolo è iniziato con mezz'ora abbondante di ritardo (cosa per cui, se fossimo stati a Milano - come dicevo a qualcuno - avrebbero fucilato Agnelli e D'Erasmo in pubblica piazza) e, considerato che la durata è notevole, siamo sulle due ore e mezzo (quelli che stanno scrivendo che dura tre ore credo abbiano uno sfasamento spazio-temporale), è finito oltre la mezzanotte, giusto quel tanto da far chiudere la metro e passare l'ultimo bus prima dei notturni, col classico ritorno rocambolesco destinato a noi poveri che usiamo il taxi solo se costretti.
Io, però, ero A) in crisi di astinenza da canto a squarciagola di canzoni afteriane; B) troppo curiosa di vedere se, a soli sette mesi di distanza dal precedente "An evening with...", la formula si era rinnovata. Dico subito che sì, si canta e tanto, i pezzi ci sono, da "Bye bye Bombay" a "La vedova bianca", pure "E' la fine la più importante", pezzo splendido e, chissà perché, pochissimo proposto nei live degli Afterours. Non so per quale strano motivo ma dell'ultimo lavoro, "Folfiri o Folfox", in scaletta ci è finita solo "Non voglio ricordare il tuo nome". Molto tempo è dedicato alle cover, a un paio di letture e ai "racconti di vita" agnelliani. Ecco, per me è questa la parte più debole dello spettacolo, quella che dovrebbe essere più sorprendente e che, tra l'altro, nello scorso tour di questo tipo sembrava piacere a tutti. Io sono la voce fuori dal coro e vi dico, invece, che no, io ADORO Manuel Agnelli, le sue canzoni, la sua intelligenza, la sua cultura musicale ma quando ha iniziato a raccontare che da giovane aveva vissuto a Berlino, in affitto in una stanza da una ragazza bellissima che gli piaceva e che la sera scopava forte col suo tipo mentre lui si ammazzava di seghe nella cameretta accanto... ecco, Manuel, è vero che da giovane hai scritto "Il meraviglioso tubetto" e io, visto che è fuori commercio da anni, l'ho dovuto cercare craccato per leggermelo, ma anche meno, fidati. Non vi dico quando ha letto la poesia "La vipera" di Trilussa... allora la prossima volta facciamo leggere qualcosa in dialetto milanese a Venditti e siamo pari. Non sei un attore, Manuel, e nessuno ti chiede di esserlo... non io, per lo meno. Molto meglio è andata quando ha letto un estratto di un libro, "Fuochi" di Roberto Farina, che è stato presentato nel suo locale a Milano, "Germi". Di due cose l'Agnellone sembra orgogliosissimo tra quelle fatte nella sua vita: il locale, appunto, che ha nominato più di una volta e che, come vi avevo scritto dopo esserci stata, è davvero molto "caldo" e curato, e sua figlia Emma.


A questo proposito, per me uno dei momenti più emozionanti del live è stato quello in cui ha detto grosso modo questo: "Ho una figlia di 14 anni, si chiama Emma. Vive un periodo molto turbolento dal punto di vista emotivo ma lo affronta con grande coraggio. Mi fa ascoltare la musica che piace a lei, qualcosa mi convince, qualcosa no, ma anch'io le faccio ascoltare delle cose. Questa appartiene ad un cantautore mancato da poco e vorrei che ad Emma passasse il messaggio che contiene, che pensasse che riguarda proprio lei: il vero amore alla fine ti troverà" ed ha attaccato "True love will find you in the end" di Daniel Johnston. Io ho trovato quel momento così dolce, sincero, AUTENTICO che mi sono commossa.



Bello è stato anche l'omaggio a Lucio Battisti con "L'aquila" e quello a Nick Cave con "Skeleton Tree". Agnelli ne parla sempre dicendo che è rimasto folgorato dal suo live... chissà che non decida di venirselo a sentire a Roma, visto che nel prossimo tour di Nick Cave & The Bad Seeds il posto in cui suonano nella Capitale, l'Auditorium Parco della Musica, è infinitamente più bello di quello scelto per la data milanese, il Forum di Assago.




In definitiva, se state pensando di vedere o ri-vedere Manuel Agnelli in questa veste il mio consiglio è "Pensateci" ma, se l'alternativa è tra comprare un biglietto per questo spettacolo o uno per Milano con l'obiettivo di andare da "Germi", non abbiate dubbi su cosa scegliere.

martedì 5 novembre 2019

Di cinema e altre amenità.

Torno a scrivere dopo tantissimo tempo perché stasera mi è successa una cosa che non mi era mai capitata nella vita: sono arrivata in ritardo al cinema e non sono potuta entrare. Considerato quanto ADORO andare al cinema e che avevo pure un ingresso gratis vinto con un contest, potete immaginare quanto mi rode. Mi ero accorta di essere in ritardo ma mi son detta: "Vabbè, ci provo, son pochi minuti, chiedo di farmi un biglietto per un posto laterale e non dò fastidio a nessuno... e poi è martedì e piove, chi cacchio ci va al cinema di martedì?". Non avevo calcolato che il cinema era in Prati e c'era una fila che lèvate proprio: evidentemente a Prati TUTTI I GIORNI sono giorni buoni per andare al cinema. Posti zero, diceva il monitor all'ingresso: ho alzato i tacchi e me ne son tornata a casa con la metro, ché tanto a Prati manco pioveva.
Ho pensato "Come la faccio la limonata con 'sto bel limone di stasera?". Ci scrivo su, a proposito del cinema, a proposito del fatto che nel weekend ho visto uno di quei film che restano indimenticabili e che, nel mese di novembre, son previste un paio di uscite che, per gli appassionati, potrebbero rivelarsi davvero interessanti.
Il film indimenticabile visto nello scorso fine settimana è il super discusso JOKER interpretato da Joaquin Phoenix, un capolavoro anche se si pensa al fatto che il regista che lo ha diretto non ha nel suo curriculum film così favolosi, stando alla biografia su wikipedia.
Il film è geniale nell'interpretazione, nell'ambientazione, nella colonna sonora. Impossibile non pensare allo stato in cui versa Roma quando si apre la prima scena. Qui non siamo a Gotham City ma neanche ce la passiamo molto meglio.


Non faccio spoiler ma dico solo che il film, con una naturalezza INFINITA, mostra un rovesciamento di ruoli per cui si capisce che il "cattivo" non nasce cattivo e il buono, incarnato dalla figura di Thomas Wayne, padre del futuro Batman, non è quel filantropo che vuole far credere quanto, piuttosto, uno di quei ricchi che si sono coltivati anche con la cultura (due delle scene che lo vedono protagonista sono ambientate dentro e fuori da un cinema) ma che considerano gli altri, in particolare il popolo che protesta, feccia, pagliacci... joker, appunto. A volte al male non c'è spiegazione ma a volte, dietro di esso, si nasconde una storia senza gentilezza, senza sorrisi, senza soldi, senza aiuti, senza medicine perché lo Stato ti taglia i fondi per l'assistenza pubblica.

A proposito, un piccolo spoiler lo faccio, quello di una scena che mi è rimasta particolarmente impressa: la "social worker" con cui Arthur Fleck, prima di trasformarsi in Joker, va a colloquio e che si occupa di procurargli in dosi corrette i farmaci che lui prende per i suoi disturbi mentali, ad un certo punto gli dice: "Arthur, da questo momento non ci vedremo più, il servizio chiude" e lui, sebbene avesse già manifestato l'idea che questi incontri non fossero poi così risolutivi per i suoi problemi, le dice disperato: "E ora con chi parlerò? Chi mi darà le medicine?". La risposta è: "Arthur, a questo sistema non importa niente di quelli come te e, diciamoci la verità, neanche di quelli come me". Ecco, questo potrebbe essere un qualsiasi momento in cui allo sportello Asl in cui lavoro mi trovo costretta a dire ad un paziente che viene a prenotare che la prima ecografia sul territorio è a maggio 2020. Nella risata fuori contesto del Joker, che esplode nei momenti più disparati, io riconoscevo la tosse da reflusso che mi perseguita a periodi alterni ormai da almeno due anni... diventerò una pericolosa criminale? Non credo ma sicuramente c'è qualcosa che i nostri sintomi ci segnalano nelle nostre vite piene di ferite da ripulire e ricucire prima che si infettino.

Fine dello spoiler, passo alla parte PROPOSITIVA, sennò questo post non ha senso di esistere.

In questo mese di novembre, sono previste due uscite al cinema per due eventi che, quasi certamente, saranno solo per amatori ma che potrebbero davvero rivelarsi molto belli. La prima è il film SPIRIT, in sala giovedì 21 e venerdì 22, girato a Berlino da Anton Corbijn, il genio che sta dietro a tantissimi video stupendi (basti pensare a Heart-shaped Box dei Nirvana) e a Control, il film sui Joy Division e Ian Curtis uscito ormai 12 anni fa. In questo nuovo film, Corbijn segue i DEPECHE MODE, uno dei gruppi con cui più spesso ha lavorato, in una delle città che li ama di più, Berlino, ma non si limita a filmare il loro concerto: accompagna le immagini sul palco col racconto delle vite di alcuni fan e di come la musica dei Depeche Mode ha cambiato la loro vita.


Altra pellicola di racconto in uscita, nelle sale da lunedì 25 a mercoledì 27, è FRIDA... di chi parlerà, secondo voi?
Anche questo è uno di quegli eventi Nexo Digital che vanno in poche sale e costano un botto ma, spesso, sono di altissima qualità, vedi "Caravaggio, anima e sangue" o il concerto di Nick Cave a Copenhagen nello scorso tour.


Per quelli che si stanno chiedendo "Ma come, non ci dai nemmeno un suggerimento musicale?", dico che questo mese non ha in programma tantissimo per i miei gusti. Sono in dubbio se andare a sentire per la milionesima volta Manuel Agnelli - purtroppo senza Afterhours -  che questa volta suona lunedì 18 all'Auditorium Conciliazione, luogo che, secondo me, non offre uno spettacolo all'altezza dei suoi prezzi non certo popolari, specie negli ordini di posto più pòracci. Tra l'altro, e lo dico col massimo dell'affetto e del rispetto possibili, o Agnelli si rinnova seriamente in questa sua avventura solista o è meglio che ci vediamo solo da Germi, luogo splendido dove spero di tornare a farmi fare un cocktail con la rosa dentro il più presto possibile.
Per rimanere in tema Afterhours, che c'ho in corso un'astinenza da live pazzesca (che, tra l'altro, chissà per quanto tempo si protrarrà), Rodrigo D'Erasmo, il loro violinista nonché accompagnatore dell'Agnellone anche in questo secondo tour in solo, domenica prossima, 10 novembre, si esibirà con Roberto Angelini portando in scena lo spettacolo "Way to Blue" dedicato alla musica di Nick Drake. Lo vidi tempo fa all'Angelo Mai e fu assolutamente incantevole.
In questa circostanza, i due suoneranno in un posto che pare sia davvero magnifico, la chiesa sconsacrata di Sant'Oliva, e in un orario MITICO: le 18... peccato che il posto sia fuori Roma. Ce la farò a raggiungerlo (ma soprattutto a tornare a casa) coi mezzi di domenica? O riuscirò a coinvolgere qualche amico sufficientemente pazzo e curioso, nonché dotato di macchina? La risposta alla prossima puntata.